Il ministro Roberta Pinotti difende il governo dalle accuse di non aver fatto abbastanza per combattere il terrorismo. Non si possono distinguere le azioni terroristiche in Occidente da quelle in Siria e Iraq – dice Pinotti – e in questo ambito l’Italia sta dando il suo apporto. Corretta o meno che sia questa lettura del ministro, siamo andati a verificare se è vero che il contingente italiano nella coalizione anti Isis/Isil sia effettivamente “più del doppio” di quello tedesco.



Quadro della situazione



La coalizione che combatte lo Stato Islamico nell’operazione soprannominata Inherent Resolve è ampia (circa 60 Paesi), ma i contributi di ciascun partecipante non sono sempre particolarmente significativi, e a volte anche difficili da capire. A novembre la rivista Foreign Policy ha provato a compilare una tabella con i contributi di ciascun Paese in termini di armi, rifornimenti e truppe. Secondo questa tabella l’Italia avrebbe promesso 280 addestratori mentre la Germania ne avrebbe assegnati 40. Entrambi i Paesi hanno anche messo a disposizione armi ed altri aiuti.



Il contributo italiano



Secondo il nostro Ministero della Difesa, nell’operazione “Prima Parthica” (contributo nazionale alla lotta contro Isil) verranno impegnati complessivamente circa 500 uomini, ma questo parrebbe includere anche quelli impegnati in attività di supporto umanitario. La Commissione Affari Esteri della Camera ci ha invece fatto sapere che sono 280 gli addestratori inviati dal nostro Paese [ndr prediligiamo sempre fonti accessibili ai nostri lettori tramite link nelle nostre analisi, ma in questo ambito è stato impossibile completare l’analisi con la metodologia classica].



Il contributo tedesco



Anche qui ci siamo dovuti rivolgere a fonti interne: secondo il Capitano Andrè Benker, portavoce responsabile per le missioni della Bundeswehr in Iraq, la Germania contribuirà con “un massimo di 100 soldati una missione di addestramento ad Erbil”.



Il nostro verdetto



I numeri sono purtroppo non pubblici ma dalle fonti che siamo riusciti a contattare il confronto fatto da Pinotti regge: il contingente di addestratori italiani dovrebbe essere quasi il triplo di quello tedesco. “Vero”.