Si sente spesso invocare il piano Garanzia Giovani come una delle risposte all’emergenza lavoro in Italia, dove il tasso di disoccupazione giovanile è al 43,7%. Scopriamo meglio di cosa si tratta e se è vero – come ha affermato il ministro dell’Economia Padoan – che l’Italia ha ricevuto 1,5 miliardi dall’Ue per l’attuazione di questo programma.
Come ha spiegato Il Sole 24 Ore, il Piano Nazionale Garanzia Giovani, è stato approvato dal governo italiano in attuazione della raccomandazione del Consiglio Europeo del 22 aprile 2013, che invita tutti gli Stati membri ad assicurare ai giovani un’offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato, tirocinio o altra misura di formazione, entro 4 mesi dall’uscita dal sistema di istruzione formale o dall’inizio della disoccupazione. La raccomandazione indica l’introduzione di un ampio ventaglio di iniziative a favore dei giovani sostenute sia dal finanziamento previsto dal progetto europeo Youth Employment Initiative sia dal Fondo Sociale Europeo (Fse 2014-2020). I destinatari dell’iniziativa – spiega il sito del governo sul tema – sono i giovani tra i 15 e i 29 anni su tutto il territorio nazionale, ad eccezione della Provincia di Bolzano, l’unica in Italia ad avere un tasso di disoccupazione giovanile inferiore al 25%.
Quanto ai fondi a disposizione, il governo precisa che il Piano Nazionale Garanzia Giovani, articolato sul biennio 2014-2015, “ha una dotazione finanziaria complessiva di 1.513 milioni di euro, dei quali 567 dalla Youth Employment Initiative [la Commissione europea invece scrive che sono 530 milioni, ndr], 567 dal Fondo Sociale Europeo e 379 di cofinanziamento nazionale”. Non è dunque del tutto corretto quanto affermato da Padoan: i fondi a disposizione sono effettivamente circa 1,5 miliardi, ma non provengono tutti dall’Ue (come sembra lasciare intendere) in quanto c’è una quota di finanziamento nazionale.
Non è chiaro se il ministro voglia poi affermare che l’Italia sia il secondo Paese destinatario di finanziamenti in termini di tempo o di ammontare. Ai fini del fact-checking, tuttavia, pare che l’affermazione sia giusta in entrambe le ipotesi: come ha riportato la Commissione, dopo la Francia quello dell’Italia è il secondo piano operativo della Youth Employment Initiative (YEI) ad essere stato adottato da Bruxelles lo scorso 11 luglio. Quanto all’entità dei fondi ricevuti, lo stesso comunicato spiega che l’Italia è il secondo maggiore destinatario dei fondi YEI, dopo la Spagna.
Ragionamento sostanzialmente corretto da parte di Padoan che però pecca di imprecisione sulla provenienza dei finanziamenti: “C’eri quasi”!