Berlusconi torna su un tema che di tanto in tanto compare nel discorso politico, quello delle condizioni di deprivazione materiale in cui versa buona parte della popolazione italiana, e lo fa citando dati Istat.
L’ultimo rapporto sul tema è “La povertà in Italia“, pubblicato dall’Istat a luglio scorso. Secondo quanto riportato, in Italia ci sono 4 milioni 814 mila persone in povertà assoluta, pari all’8% della popolazione, mentre le persone in condizione di povertà assoluta sono 9 milioni 563 mila persone, ossia il 15,8% della popolazione. Gli stessi dati sono riportati anche nelle statistiche di “Noi Italia”del 2014 con cui l’Istat, utilizzando cento statistiche, offre un quadro d’insieme dei diversi aspetti economici, sociali, demografici e ambientali del nostro Paese. Dunque Berlusconi compie un arrotondamento per difetto quando parla di povertà assoluta e un lieve arrotondamento per eccesso quando misura la povertà relativa.
Berlusconi, in vena di precisazioni, si lancia anche nella definizione di povertà relativa. Il testo del report “La povertà in Italia” spiega che l’incidenza della povertà relativa è calcolata sulla base di una soglia convenzionale al di sotto del quale una famiglia viene definita povera in termini relativi. Nel testo si legge che “la soglia di povertà relativa per una famiglia di due componenti è pari alla spesa media mensile per persona nel Paese, che nel 2012 è risultata di 990,88 euro (-2% rispetto al valore della soglia nel 2011 che era di 1.011,03 euro).” Sono, quindi, le famiglie composte da due persone con una spesa mensile pari o inferiore a tale valore che vengono classificate come povere (il glossario, a pagina 13 del report, presenta le modalità per determinare la soglia di povertà per le famiglie con più di due componenti). Per tornare al caso riportato da Berlusconi, la soglia di povertà per una famiglia di tre componenti è pari a circa 1.317 euro.
Inoltre Berlusconi parla di incasso mensile, ma la soglia di povertà relativa è pari alla spesa media procapite nel Paese che, come spiegato sempre nel glossario, è calcolata “al netto delle spese per manutenzione straordinaria delle abitazioni, dei premi pagati per assicurazioni vita e rendite vitalizie, rate di mutui e restituzione di prestiti”.
Dunque il leader di Forza Italia ha peccato di approssimazione nella definizione, “Ceri quasi”!