Vendola approfitta del rimpasto di governo della sua Regione per comunicare i dati sul disagio socio-economico della Puglia.
Cerchiamo di definire, innanzitutto, il significato della parola “disagio”, prima di analizzare la correttezza dei numeri citati dal leader di Sel.
Secondo l’estratto riguardante la Regione Puglia del rapporto 2011 sulla Povertà redatto dalla Caritas, sono cinque gli indicatori che determinano il disagio socio-economico di una famiglia o di una persona:
1) percentuale di famiglie che dichiara di arrivare a fine mese con difficoltà;
2) percentuale che dichiara di non riuscire a fare un pasto adeguato almeno ogni due giorni;
3) percentuale che dichiara di non riuscire a riscaldare la casa adeguatamente;
4) percentuale che dichiara di non potere sostenere spese impreviste di 750 euro;
5) indicatore Eurostat di deprivazione (composto a sua volta di ulteriori manifestazioni di disagio o di difficoltà economica, riassunta a nota 1 dello stesso rapporto).
Il nuovo rapporto Istat “Noi Italia 2012”, invece, fornisce più indici per segnalare le difficoltà economiche delle famiglie italiane. A pagina 254 viene fornita l’incidenza della povertà assoluta e relativa sul totale delle famiglie presenti in un territorio, dove povertà relativa sta ad indicare famiglie la cui spesa “per consumi è pari o al di sotto della linea di povertà relativa calcolata sui dati dell’indagine sui consumi delle famiglie”. La povertà assoluta si riferisce all’incapacità delle famiglie di far fronte alla spesa minima necessaria per acquisire beni necessari per la sopravvivenza, i cosiddetti “beni essenziali”. Per la Puglia vi erano, nel 2010, 321.568 famiglie in povertà relativa, ovvero il 21,1% del totale delle famiglie residenti.
Altra cosa è invece l’ “indice di deprivazione” (pag. 258), che misura altri aspetti di disagio socio-economico. L’indice misura la percentuale di famiglie in un dato territorio che dichiarano almeno tre di queste nove cose:
1) non riescono a sostenere spese impreviste;
2) hanno arretrati sui pagamenti (mutuo, affitto, bollette, debiti diversi dal mutuo);
3) non possono permettersi una settimana di ferie in un anno lontano da casa;
4) non possono permettersi un pasto adeguato in termini di proteine almeno ogni due giorni;
5) non riescono a riscaldare la casa adeguatamente;
6) non possono permettersi:
– una lavatrice,
– una televisione a colori,
– un telefono,
– un’automobile.
Ebbene, nel 2010 il totale delle famiglie pugliesi ad aver risposto positivamente ad almeno tre dei punti di cui sopra era di 353.820 famiglie, ovvero il 23,1% del totale.
Andando a ricavare il numero medio di componenti per famiglia (2.66 membri per famiglia, sempre secondo gli ultimi dati Istat) scopriamo, quindi, che in Puglia risiedono approssimativamente 855.000 individui in povertà relativa e 941.000 individui in condizioni di deprivazione. La stima di Vendola (800.000 individui in condizioni di disagio) è, dunque, abbastanza vicina alla verità, ed esprime consapevolezza della drammatica situazione socio-economica delle famiglie pugliesi. “C’eri quasi”.
P.S.: Per completezza forniamo entrambi i dati di incidenza per tutte le Regioni italiane nello stesso periodo. La Puglia si trova tra le Regioni con il massimo tasso di disagio socio-economico delle famiglie, a ben indicare le preoccupazioni di Vendola.