L’immigrazione e l’impulso irrefrenabile da parte dei nostri politici di sparare numeri a più non posso: “vittima” di turno è il governatore della Regione Lombardia Roberto Maroni, che sostiene che non più del 4-6% degli immigrati che arriva sulle nostre coste è davvero un profugo.
Partiamo dicendo che come al solito si fa molta confusione nell’utilizzo dei termini giusti, e Maroni non è da meno visto che confonde il termine “profugo” con quello di “rifugiato”. Per profugo si intende “persona costretta ad abbandonare la sua terra, il suo Paese, la sua patria in seguito a eventi bellici, a persecuzioni politiche o razziali”. Manca quindi, a differenza della definizione di rifugiato, del riconoscimento giuridico internazionale e quindi della protezione dallo Stato ricevente attraverso l’asilo politico. Per capirci, tutti quelli che fanno domanda sono profughi, solamente quelli con la protezione a cui viene riconosciuto l’asilo politico sono rifugiati.
Piccola imperfezione che fa però un bel po’ di differenza. Passiamo ai numeri: secondo l’ultimo rapporto del Ministero dell’Interno, dal primo agosto 2013 al 31 luglio 2014 sono sbarcate sulle nostre coste 116.944 migranti, di cui 62.982 salvati attraverso Mare Nostrum. Di questi è stato riconosciuto lo status di rifugiato politico a 3.784, circa il 3,2%.
E’ quindi vero che non più del 4-6% degli immigrati è davvero un rifugiato, non un profugo! Non potendo sorvolare sull’imprecisione nell’utilizzo dei termini – il diritto internazionale, come ogni forma di diritto, richiede la massima precisione – Maroni se la cava con un “C’eri quasi”.