Torino, già prima capitale del Regno d’Italia, è oggi capitale dell’imprenditorialità del Belpaese? Così vuol far credere il suo sindaco Fassino, che sembra però usare dati decisamente incompleti.



Se è vero che a marzo del 2013 la provincia (e non la città) di Torino conduceva la classifica delle start-up iscritte alla sezione apposita del Registro delle Imprese, a fine anno il territorio sabaudo aveva perso tale primato. Consultando, infatti, i dati Infocamere, apprendiamo che Torino si piazza al terzo posto dopo Milano e Roma. I totali variano a seconda se si prende come criterio la data di registrazione come impresa della start-up innovativa (la sua “data di nascita”) oppure la data di iscrizione alla sezione apposita per le start-up.



Apriamo una piccola parentesi legislativa che non cambia l’ordine del podio. Nel 2013, in seguito al cosiddetto Decreto Crescita 2.0 (varato dal governo Monti a fine 2012), che conteneva la regolamentazione di questo tipo di impresa, si sono iscritte alla sezione start-up numerose imprese già esistenti.



Il grafico in basso mostra che a Milano si sono registrate come start-up 166 imprese, a Roma 106 e a Torino 90. Guardando le sole imprese nate nel 2013 e successivamente registrate come start-up il totale torinese si allontana ulteriormente dalle vette milanesi. Sono infatti 106 le start-up iscritte al registro delle imprese a Milano nel 2013 e “appena” 44 quelle a Torino.



Un risultato di assoluto rispetto, ma non è il primato sbandierato da Fassino. “Nì”.