In linea con l’obiettivo di rimuovere i meccanismi pubblici di intervento nell’ambito della Politica Agricola Comune, la riforma del 2006 ha abolito il regime e il prezzo di intervento dello zucchero. La riforma si poneva l’obiettivo di avvicinare i prezzi interni all’equilibrio di mercato, in modo da rendere sostenibile e competitivo il settore europeo dello zucchero. Il sistema di intervento è stato, quindi, sostituito dagli aiuti all’ammasso privato che consistono nella possibilità di ritirare temporaneamente determinati quantitativi di zucchero dal mercato. Oggi è in vigore solamente un prezzo di riferimento, pari a 404,4 €/t per lo zucchero bianco e a 335,2 €/t per lo zucchero grezzo. Al di sotto di questi prezzi, l’Ue si limita, dunque, ad un aiuto all’ammasso privato.
La riforma del 2006 ha, inoltre, ridisegnato il regime delle quote di produzione di zucchero e ha portato alla ristrutturazione dell’intero comparto europeo, diminuendo la produzione di quasi 6 milioni di tonnellate. Alla fine di questo processo quadriennale, la quota di zucchero e isoglucosio dell’Ue è scesa a 14 milioni di tonnellate, di cui 13,3 milioni per lo zucchero. La produzione europea si è concentrata in 18 Stati membri (dai 23 precedenti la riforma), caratterizzati da condizioni agricole ed economiche favorevoli, sette dei quali totalizzano quasi il 70% della produzione complessiva, grazie a rese più elevate.
La relazione speciale n. 6 della Corte dei Conti europea, pubblicata nel 2010 e dedicata alla riforma del mercato dello zucchero varata nel 2006 dall’Unione Europea, conferma le parole di Nicola Zingaretti. A pagina 10, infatti, possiamo verificare come, in seguito alla riforma, si sia passati dai 189 zuccherifici nell’Europa a 25 (per un totale di 50mila addetti) ai 114 zuccherifici nell’Europa a 27 (per un totale di 30mila addetti). A pagina 32, inoltre, possiamo verificare come la riforma, diminuendo la quantità di zucchero prodotto a livello europeo, abbia trasformato l’Europa a 27 in un importatore netto di zucchero; la produzione interna all’Ue, infatti, ormai copre solo l’85% del consumo interno, mentre prima della riforma la produzione eccedeva i consumi interni. “Vero” per Zingaretti!