E’ vero, uno dei principali motivi di rottura del matrimonio tra Lega e Pdl è sicuramente stato l’appoggio che quest’ultimo aveva garantito inizialmente al governo Monti. E infatti in parecchie occasioni (come in questo video o in questo), il neo-eletto governatore della Lombardia aveva invitato Berlusconi a chiudere la parentesi tecnica, consiglio che è stato effettivamente seguito dall’ex premier. Ma che Maroni non abbia mai detto “mai più con Berlusconi” risulta quantomeno impreciso.
Qualche cenno si trova tra i tweet del leader leghista quando dice “Secondo Libero la grande ammucchiata Bersani-Vendola-Casini farà tornare la Lega alleata di Berlusconi. Ma chi…” o quando domanda “Ma chi è questo B?”. Inequivocabili poi le seguenti parole, riportate dall’Ansa, a proposito di una ipotesi di alleanza come nel 1994: “E’ una cosa che mi pare di aver già visto qualche anno fa: un déjà vu: noi siamo per il cambiamento, per il nuovo e guardiamo al futuro”. Numerosi articoli online, tra cui uno de Il Fatto, riportano svariate dichiarazioni più esplicite come “Non cedere niente delle nostre idee sul piano delle alleanze romane: basta, capitolo chiuso. Berlusconi è un amico, ma oggi dopo quello che è successo, l’appoggio del Pdl al governo Monti, ha senso che parliamo di una possibile alleanza? Io dico di no, la Lega si allea con la Lega, con i cittadini del nord”; oppure “Se Berlusconi ora appoggia Monti poi quando si andrà alle elezioni non può chiedere alla Lega di fare accordi perché qualche problema c’è”. Di queste, però, non siamo riusciti a reperire le fonti originali (video o agenzie stampa).
Sembra, pertanto, che le dichiarazioni di Maroni circa un accordo con il Pdl siano state quantomeno contraddittorie: in alcuni casi la rottura sembra essere legata all’appoggio del Pdl a Monti, in altri casi pare, invece, assolutamente irrevocabile. Posto che cambiare idea è assolutamente lecito, Maroni si merita almeno un “Pinocchio andante”.