In linea con la sempre crescente attenzione al tema della gestione dei rifiuti urbani, il Ministero dell’Ambiente ha recentemente emanato una circolare che precisa quali rifiuti possono arrivare in discarica, superando di fatto le disposizioni della vecchia circolare del 2009. Quest’ultima stabiliva che 1) i rifiuti tritovagliati (per una definizione precisa leggete qui) potevano essere smaltiti in discarica; 2) a determinate condizioni la “raccolta differenziata spinta” – ovvero a porta a porta, eliminando i cassonetti – poteva far venir meno l’obbligo di trattamento.Anche se la circolare era stata emanata in via temporanea, l’assenza di un termine preciso aveva fatto sì che rimanesse valida fino ad oggi.
La spinta alla pubblicazione di una nuova circolare 2013 arriva dalla Commissione Europea che lo scorso 13 giugno ha rilevato come “la tritovagliatura non soddisfi di per sé l’obbligo di trattamento dei rifiuti previsto dalle normative europee”. E’ evidente quindi che Orlando, al traguardo dei primi 100 giorni come ministro dell’Ambiente, sente la necessità di fare chiarezza e mostrare sinergia con le politiche europee in tema di rifiuti urbani, anche per evitare di esporre il Paese a nuove procedure Ue di infrazione.
Con la nuova circolare, si stabilisce che 1) la tritovagliatura non è equiparabile al trattamento dei rifiuti; 2) la raccolta differenziata spinta non esclude la necessità di un trattamento dei rifiuti indifferenziati residuali a meno che, oltre a soddisfare gli obiettivi di diminuzione dei rifiuti urbani biodegradabili che finiscono in discarica, non venga dimostrato che il trattamento non aiuta a ridurre le ripercussioni negative sull’ambiente. Per questo motivo, per non rischiare, il ministro ha stabilito che i rifiuti tritovagliati non possono più essere portati in discarica.
Infine, la circolare stabilisce esattamente quanto detto dal ministro: entro il 2015 dovrà essere garantita almeno la differenziazione di carta, metalli, plastica e vetro, e possibilmente anche legno.
Preciso e chiaro Orlando, che merita un “Vero”!