L’affermazione di Grilli è effettivamente tratta dalla Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza del 2012, pubblicata in data 2 ottobre dal governo. Vi si legge: “il Pil è previsto contrarsi del 2,4 per cento nel 2012. Nel 2013, sulla base del profilo ipotizzato, la crescita sarebbe lievemente negativa, per migliorare ulteriormente nel biennio successivo. In media d’anno, nel 2013 il Pil si ridurrebbe dello 0,2 per cento, principalmente per l’effetto di trascinamento del calo registrato l’anno precedente”. Questo “effetto trascinamento” sarebbe giustificato dal fatto, si legge nella Nota, che la variazione del Pil tra i vari trimestri sarebbe positiva già a partire da gennaio-marzo, testimoniando la lenta ripresa dell’economia italiana.


Tuttavia, seppure ammettiamo che il ministro Grilli abbia ragione nel citare un documento preparato dal suo stesso Ministero (e ci mancherebbe!), ci preme puntualizzare due cose. Innanzittuto la previsione del governo italiano è più ottimista di quella del Fondo Monetario Internazionale – che ad ottobre 2012 prevede un tasso di “crescita” del PIL italiano pari a -0,7 – o di quelle dell’Unione Europea – che segnalano per l’Italia un tasso di crescita negativa dell’0,5 (European Union Forecast, autunno 2012). Quest’ultima riconosce tuttavia, in accordo con Grilli, che l’economia italiana “si suppone ricomincerà a crescere dalla seconda metà del 2013 ma a passo contenuto”. In seconda istanza, ricordiamo che non sempre le previsioni del governo si sono rivelate esatte, come già abbiamo sottolineato in questa dichiarazione di Passera.


“Vero” per Grilli, ma attendiamo una dimostrazione reale di questa previsione!