Nicola Zingaretti dipinge un quadro impietoso della situazione economica della Regione di cui aspira a diventare presidente.
Iniziamo dalla fine:“aumenta più che del resto d’Italia la cassa integrazione”. Prima di verificare le parole di Zingaretti, riteniamo sia utile fornire ai lettori gli strumenti per comprendere meglio di cosa si sta parlando. Per farlo, ci avvaliamo del portale lavoro della Regione Lazio e del sito dell’Inps che spiegano le varie forme di cassa integrazione. Di seguito le definizioni:
· Cassa integrazione guadagni ordinaria (CIG): è una prestazione economica erogata dall’INPS con la funzione di sostituire o integrare la retribuzione dei lavoratori sospesi dal lavoro o che lavorano a orario ridotto, in situazioni espressamente previste dalla legge. Viene concessa, in caso di sospensione o contrazione dell’attività produttiva per situazioni aziendali dovute a: eventi temporanei e non imputabili all’imprenditore o ai lavoratori o situazioni temporanee di mercato.Obiettivo della CIG è quello di sollevare le aziende, in momentanea difficoltà produttiva, dai costi del lavoro della manodopera temporaneamente non utilizzata, consentendo ai lavoratori di riprendere la loro collaborazione una volta superata tale difficoltà.
· Cassa integrazione guadagni straordianaria (CIGS): è un intervento che vuole garantire il lavoratore dalla perdita della retribuzione e sostenere le imprese in situazioni di difficoltà. A differenza del trattamento ordinario, che interviene in situazioni congiunturali e risolvibili nel breve periodo, la CIGS è uno strumento di politica industriale finalizzato a una graduale eliminazione di personale in esubero, evitando le ripercussioni traumatiche sul piano sociale provocate dai licenziamenti collettivi. L’utilizzo di tale strumento precede, molto spesso, il ricorso alla procedura di messa in mobilità.
· Cassa integrazione in deroga: è un intervento di integrazione salariale a sostegno di imprese o lavoratori non destinatari della normativa sulla cassa integrazione guadagni.
Adesso che abbiamo i mezzi, procediamo con la verifica. Per questa dichiarazione, siamo andati a cercare i dati forniti da Unindustria. il dato viene fornito subito (nell’allegato disponibile sul sito vi sono le specifiche relativamente alle singole Province): si legge, infatti, che nei primi nove mesi del 2012 la CIG nel Lazio cresce in misura più ampia rispetto al dato nazionale (+27,5%, da 49,7 a 63,4 milioni di ore). Tale aumento si rileva sia per la cassa integrazione ordinaria che per quella straordinaria. Per quanto riguarda la prima, le ore totali salgono da 9,2 a 14,8 milioni, facendo registrare una variazione pari a +60,7%. È interessante osservare il dato delle ore della cassa integrazione ordinaria autorizzate nell’Industria che passano da 5,7 a 9,6 milioni (+69,1%) mentre l’incremento del monte ore autorizzato nel settor dell’edilizia è leggermente inferiore (+47%, da 3,5 a 5,1 milioni). Anche per la cassa integrazione straordinaria si rileva un aumento complessivo pari al 2,8% (da 25,4 a 26,1 milioni) che, confrontato con il -10,3% del dato nazionale, conferma le parole di Zingaretti. Entrando nello specifico, e osservando i dati per settore, ci accorgiamo che diminuiscono, le ore di cassa integrazione straordinaria nell’edilizia (-4,6% da 1,54 a 1,47 milioni) e nell’industria (-1,9% da 22,4 a 22 milioni) mentre aumentano quelle nel settore del commercio passando da 1,4 a 2,6 milioni. Infine, la cassa integrazione in deroga fa registrare un incremento molto maggiore di quello nazionale (+49%): le ore totali salgono infatti da 15,1 a 22,5 milioni.
Zingaretti ha ragione!
Passiamo alla prima parte della dichiarazione “Perdiamo posti di lavoro”. Per verificare tale affermazione, utilizziamo il documento messo a punto da Unioncamere Lazio (disponibile in formato pdf sul sito relativo) intitolato “Analisi dell’impatto della crisi nel Lazio”. Nel paragrafo “L’insorgere della crisi occupazionale” (pag. 32) si legge che, se fino al 2009 la riduzione complessiva della quantità di lavoro impiegata nel Lazio è stata inferiore a quella media nazionale (-2,0% delle unità di lavoro contro il -3,3% del resto d’Italia), dalla fine del 2010, invece, l’esito del confronto si inverte. Mentre nelle altre regioni il numero di occupati tende, seppur lievemente, a risalire, nel Lazio comincia a manifestarsi un calo. Questo ribaltamento è particolarmente evidente nei dati più recenti, quelli dell’ultimo trimestre del 2011, che indicano per il Lazio una riduzione di oltre 16.000 occupati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, nell’insieme delle altre Regioni si registra invece un saldo positivo di quasi 34.000 unità.
Secondo lo studio di Unioncamere, la caduta dell’occupazione complessiva è frutto di una drastica riduzione del lavoro a tempo pieno (40.800 unità in meno rispetto al quarto trimestre 2010) solo parzialmente controbilanciata dalla crescita di quello a tempo parziale (24.500 unità in più).
Zingaretti anche qui dice il vero, dimostrando di conoscere la triste realtà occupazionale dei cittadini laziali di cui desidera diventare presidente. “Vero”