Il declino italiano. Una nazione un tempo ai vertici dell’economia mondiale, potenza industriale temibile ed ammirata, avviata ormai sulla strada di un declino ventennale che ne ha progressivamente diminuito l’importanza a livello globale.
E’ questa l’immagine che Zingaretti dà del nostro Paese in occasione di un incontro elettorale a Viterbo, prima del suo vittorioso ingresso alla Pisana. Sarà vero? Le cifre che fornisce il nuovo presidente della Regione Lazio sembrano veramente precise. Provengono, infatti, dal rapporto ottobre 2012 del Fondo Monetario Internazionale*, che rivede il percorso del Pil di 187 Stati dal 1980 ai tempi odierni, integrandolo fino al 2017 con delle stime di crescita. Il risultato è effettivamente disarmante. Zingaretti non sbaglia di una virgola, né per quanto riguarda le cifre sul Pil italiano, né sul combinato del Pil di Cina, India e Brasile. Il grafico di cui sotto aiuta certamente a rendere l’idea.
Unica pecca del ragionamento di Zingaretti: sarebbe certamente preferibile utilizzare il database sull’evoluzione dei Pil nazionale a Parità di Potere d’Acquisto, una misura sicuramente più adatta per confrontare la ricchezza effettiva di Paesi estremamente diversi l’uno dall’altro. L’evoluzione dei due dati è identica, ma il rapporto è giustamente a favore dell’aggregato Cina+India+Brasile. Per completezza, forniamo lo stesso confronto di cui sopra, in un grafico identico.
Insomma: l’improvviso congelamento della crescita del Pil italiano in questi ultimi vent’anni ha prodotto un vero declino relativamente al resto del mondo, ed in misura ancora più marcata rispetto alle potenze emergenti in Asia ed in Sudamerica. Un “Vero” sofferto per Zingaretti.
*Segnaliamo che il campione utilizzato dall’IMF incluse 186 Paesi, 10 in meno del numero “ufficiale” (196). Riteniamo comunque il campione sufficientemente rappresentativo dal poter utilizzare il database come fonte attendibile.