Meno tasse, meno spesa pubblica. Se si dovesse riassumere in una frase il programma di Fermare il Declino – il movimento di Oscar Giannino – sicuramente questa dovrebbe includere quei due concetti. Ma è vero che c’è stata, nei Paesi citati, la riduzione nella spesa pubblica paventata dal liberista ex-Pri?
Usando i dati disponibili del Fondo Monetario Internazionale, possiamo dargli subito ragione per quanto riguarda la Germania, la Nuova Zelanda, la Gran Bretagna ed il Canada. Ciascuno di questi, infatti, nei periodi segnalati nella tabella di seguito riportata, hanno abbattuto la spesa pubblica (in proporzione al Pil, perché Giannino parla proprio di “6 punti di minor spesa”) di almeno 6 punti.
Un po’ più arduo ricostruire l’andamento dell’Australia per la quale non si vede, nel periodo monitorato dal Fmi, un calo di 6 punti in 5 anni (i dati si fermano al 1988). Ma scavando un po’ di più troviamo questo studio della Bce in cui si parla di spesa pubblica – nel 1985 – al 40,2% (vedi pag. 11). Sarà comparabile questo valore con i dati Fmi? Se così fosse, nei 5 anni – dal 1985 al 1989 – l’Australia avrebbe ridotto la spesa pubblica come percentuale del Pil di ben 11 punti. Poichè dai documenti del Ministero dell’Economia australiano si può ossevare che la spesa corrente è stata tagliata drasticamente nel periodo 1985-1989 e che il Pil, cioé il denominatore del rapporto, è cresciuto a ritmi sostenuti nello stesso periodo, riteniamo che i dati siano affidabili.
Un “Vero” per Giannino, quindi.