Flavio Zanonato, in visita allo stabilimento di Luxottica di Agordo, sceglie di celebrare questo colosso dell’occhialeria nostrano. Proprietaria dell’iconico brand Ray Ban e di molti altri marchi riconosciuti in tutto il mondo, la società bellunese ha avuto un fatturato di 2 miliardi di euro nel secondo trimestre 2013 (in aumento del 7,2% rispetto al al secondo trimestre 2013) e un utile netto di 212 milioni di euro (+9,4%). Posto che si tratta di un leader mondiale nel settore degli occhiali ed un’eccellenza da apprezzare, i numeri che cita il ministro per lo Sviluppo Economico sono tutti corretti? Scopriamolo subito.



Non è chiaro cosa intenda Zanonato per “queste aree”, ma trovandosi proprio ad Agordo immaginiamo intenda che 8 mila sono i dipendenti nel bellunese. In realtà, dal sito di Luxottica leggiamo che oggi ad Agordo i dipendenti sono circa 3.500.” Allargando lo sguardo a tutto il bellunese e province circostanti (Trento e Treviso), Luxottica ha sei stabilimenti per un totale di 6.905 dipendenti.

Leggermente esagerata anche la stima del
numero complessivo di dipendenti che dal profilo dell’azienda scopriamo essere poco più di 70.000; la distribuzione geografica si può vedere nella tabella e nel grafico che abbiamo ripreso qui a destra.



Verifichiamo ora se la società è “interamente italiana” come dice Zanonato. Come si legge nella tabella riportata sopra, la presenza è mondiale ma l’affermazione del ministro parla verosimilmente della proprietà del gruppo. Questa è sicuramente in mano alla famiglia Del Vecchio (fondatrice del marchio) attraverso la controllata Delfin S.a.r.l. che detiene il 61,4% delle azioni, come si legge nella sezione online Struttura del Gruppo Luxottica. Non è però un’azienda “interamente italiana” nella maniera in cui lo era, per esempio, Loro Piana, celebre marchio di cachemire passato ai francesi di LVMH e totalmente di proprietà della famiglia Loro Piana fino alla cessione del 9 luglio scorso. Come si può vedere nel grafico sotto, infatti, relativamente a Luxottica, un terzo del capitale dell’azienda è detenuto da altri azionisti. Di questa fetta, più di un quinto (circa il 7,7% delle azioni totali) è in mano a Deutsche Bank Trust Company Americas e costituisce il flottante in circolazione sul mercato Usa; la parte restante rappresenta il flottante su altri mercati e per questo potrebbe essere in mano ad azionisti stranieri. Siccome, secondo la definizione di Borsa Italiana, il flottante non rappresenta “la parte di capitale che costituisce partecipazione di controllo”, parlare di un’azienda “interamente italiana” non è del tutto corretto. Si tratta, tuttavia, di un errore lieve, visto che la società non ha partecipazioni estere particolarmente rilevanti e, al contrario, la società della famiglia Del Vecchio ha saldamente in mano il Gruppo Luxottica.



Complessivamente Zanonato porta l’attenzione su un’azienda italiana di alto livello, ma “gonfiando” leggermente la situazione: “C’eri quasi”!