La memoria non tradisce il Premier sulla prima parte della dichiarazione: l’Italia ha avuto per l’ultima volta la presidenza di turno dell’Unione Europea nel secondo semestre del 2003, quando il governo era guidato da Berlusconi.



Passiamo ora alla parte sostanziale della dichiarazione, a cosa si riferisce Renzi?



Il tema è quello del Patto di stabilità e crescita, dunque della prescrizione a tenere il deficit pubblico inferiore al 3% del Pil. Il Trattato stabilisce (art. 104 del Trattato che istituisce la Comunità Europea ora articolo 126 del Trattato sul funzionamento dell’Ue) la procedura per i disavanzi eccessivi, il cui scopo è quello di incoraggiare e, se necessario, obbligare lo Stato membro coinvolto a ridurre il deficit. La responsabilità è principalmente del Consiglio, che sulla base delle raccomandazione della Commissione può anche imporre sanzioni allo Stato membro in questione.



L’8 gennaio 2003 la Commissione ha adottato un parere e ha raccomandato al Consiglio di assumere una decisione in base all’ex articolo 104 (7). In seguito a ciò, il Consiglio, dopo aver stabilito che un deficit eccessivo sussisteva, ha adottato una raccomandazione indirizzata alla Germania contenente l’ingiunzione ad adottare, entro 4 mesi, le misure necessarie a portare il deficit sotto la soglia del 3% Inoltre il Consiglio ha posto la data limite del 21 maggio 2013 entro la quale la Germania avrebbe dovuto adottare una serie di misure utili alla riduzione del deficit entro il 2004.



In seguito alla scadenza prevista la Commissione, sulla base delle informazioni disponibili, ritenne di non raccomandare al Consiglio alcuna iniziativa. Tuttavia il 18 novembre successivo, in ordine alle previsioni per il 2014 secondo cui il deficit sarebbe rimasto sopra il 3%, la Commissione ha raccomandato al Consiglio di adottare una decisione con cui riconoscere l’inadeguatezza delle misure intraprese dalla Germania in risposta alla raccomandazione del Consiglio del gennaio precedente. Inoltre raccomanda al Consiglio di esortare la Germania a prendere le misure necessarie per rimediare all’eccesso di deficit al più presto possibile, estendendo la deadline al 2005 (punto 12).



Il 25 novembre 2003 il Consiglio, o meglio l’Ecofin, ha votato sulla raccomandazione della Commissione ma non ha raggiunto la maggioranza necessaria per adottare la medesima (pag. 20, item 5) e ha disposto la sospensione formale della procedura prevista (pag.20, item 6). In più il Consiglio ha rivolto alcune raccomandazioni alla Germania per correggere il deficit eccessivo alla luce degli impegni presi dal governo tedesco. Aggiungiamo che la stessa sorte è toccata alla raccomandazione che aveva ad oggetto la Francia (pag. 15) per cui la Commissione aveva adottato una raccomandazione sulla linea di quella rivolta alla Germania. L’ex articolo 104 (10) prevede il passaggio successivo della procedura: in caso di mancato ottemperamento, il Consiglio può decidere di applicare una serie di misure, tra cui l’inflizione di “ammende di entità adeguata”.



La Commissione, in risposta alla mancata adozione della raccomandazione, ha pensato di rivolgersi alla Corte Europea di Giustizia che con la sentenza del 13 luglio 2004 ha annullato le conclusioni del Consiglio del 25 novembre, mirate alla sospensione formale della procedura e alla modifica delle raccomandazioni esistenti. La questione è stata poi risolta con la comunicazione della Commissione al Consiglio del dicembre 2004 in cui la Commissione ha riconosciuto che le misure intraprese dalla Germania erano in linea con la correzione del deficit entro il 2005.



Concludendo, durante la presidenza di turno italiana del 2003 c’è stata de facto la sospensione della procedura per deficit eccessivo iniziata nei confronti della Germania, anche se non proprio una formale autorizzazione a non stare nei vincoli. Renzi non dice il falso ma parlando di “autorizzazione” distorce leggermente la realtà, “Ceri quasi”!