Dalle poltroncine bianche del salotto di Vespa, Grillo prova a difendere le stime sui tagli richiesti dal Fiscal Compact nei prossimi vent’anni (ripetute di frequente, e fortunatamente sballate). Egli sostiene che siano inevitabili, visto che anche gli economisti dell’Ocse e del Fondo Monetario Internazionale stimano per il futuro un Pil senza crescita.



Sull’affidabilità di tali previsioni ci asteniamo dal dare giudizi (per vedere esempi di previsioni non infallibili si provi a dare uno sguardo al nostro fact-checking all’interno della 12esima puntata di Virus e a questa verifica delle parole di Crimi), dato che è Grillo stesso a citare gli enti che dovremmo controllare. Cominciamo dall’Ocse, che non stima affatto un’assenza di crescita nei prossimi anni. Nel breve termine la crescita stimata nelle proiezioni pubblicate questo mese sarà del +0,5% nel 2014 e +1,1% nel 2015. Arricchendo la nostra analisi con dati riferiti nel lungo termine, sempre l’istituto che raggruppa le economie più avanzate del mondo stima una crescita del Pil “potenziale” (vedi definizione qui) dell’1,5% in media nel periodo 2014-2030 e dell’1,7% nel periodo 2031-2060 (pag. 224). Certo, non si tratta di una crescita dirompente, ma è anche vero che (a) quando si parla di Fiscal Compact, la crescita che interessa è quella ‘nominale’ (ovvero inclusiva dell’inflazione) e (b) nel secondo periodo citato avremmo la stessa crescita media prevista degli Usa.



E il Fondo Monetario, cosa dice? Più o meno le stesse cose. La crescita del Pil in Italia dovrebbe aggirarsi attorno al punto percentuale nel periodo 2014-2019. “Poca roba”, ma lungi dalla decrescita o crescita 0 che Grillo sostiene essere prevista da Ocse e Fmi. Riassumiamo le previsioni qui sotto, e categorizziamo implacabilmente la dichiarazione come una “Panzana pazzesca”.