Il ministro dello Sviluppo Economico dipinge un’immagine rosea delle relazioni tra Italia (ed in particolare la Regione Veneto) e la Croazia.



I due Paesi sono effettivamente legati l’uno all’altro da secoli di storia e di vicinanza geografica e culturale, specialmente nel crogiuolo di etnie e di lingue che erano il nord-est, la Venezia Giulia, l’Istria e la Dalmazia almeno fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Purtroppo sono bastati pochi decenni – tra italianizzazioni forzate delle popolazioni slave durante il fascismo, occupazione jugoslava di Trieste, persecuzione e fuga degli italiani di Istria e Dalmazia nell’immediato dopoguerra – perchè il delicato e prezioso tessuto storico e culturale di quelle zone si sgretolasse. Gli attriti territoriali e le animosità tra i due Paesi erano d’altronde ancora evidenti fino a pochissimo tempo fa; basti pensare, per esempio, che risale solo al 2009 la possibilità per gli italiani di acquistare immobili nel Paese balcanico, cosa vietata sin dal lontano 1946, ovvero l’anno dell’inizio della fuga degli italiani istriano-dalmati da Pola, da Fiume e da Zara. Ferita ancora aperta fra i due Paesi, causa di irritazioni e di incomprensioni, come capitò di vedere in occasione dell’ultimo scontro diplomatico tra Italia e Croazia, proprio sulla questione delle Foibe, avvenuto in seguito ad un discorso del Presidente della Repubblica nel 2007.



I due Paesi, però, hanno decisamente abbandonato le acredini del passato, salvo occasionali rigurgiti di natura nazionalista e revanchista da parte di gruppi marginali delle rispettive società. L’Italia è, infatti, un’entusiasta sostenitrice dell’accesso della Croazia all’Unione Europea, supporto manifestato in cambio della cancellazione delle leggi più controverse, come il divieto dell’acquisto di immobili da parte di italiani. Le relazioni economiche tra i due Paesi, inoltre, sono un ulteriore segnale della vicinanza tra i due Stati.



Secondo i dati sulle importazioni ed esportazioni croate presentati dal Cia World Factbook, infatti, l’Italia figura come il primo partner commerciale di Zagabria, sia nelle importazioni (16,3%, davanti alla Germania – 12,6% ed alla Russia – 7,2%) sia nelle esportazioni (15,8%, seguita dalla Bosnia Erzegovina – 12,2%, e dalla Germania – 10,1%), rivelandosi, di conseguenza, sia come primo fornitore che come primo cliente, proprio come detto da Zanonato.



Inutile girarci intorno, l’affermazione è da premiare con un “Vero”.