In periodo di crisi economica, la disoccupazione è uno dei temi tristemente più ricorrenti nella dialettica politica italiana.



Anche Renato Brunetta interviene sul tema, volendo dimostrare quanto questa fosse notevolmente minore ai tempi dell’ultimo governo Berlusconi.



Ma andiamo con ordine. Il capogruppo di Forza Italia alla Camera esordisce sostenendo che la disoccupazione, a febbraio, ha raggiunto il 13 percento. Ed ha ragione. Brunetta cita testualmente i dati Istat, che confermano, purtroppo, sia questo record sia il tasso di disoccupazione giovanile.



L’intento alla base di questa dichiarazione è quello di sottolineare quanto la “dipartita” del Cavaliere da Palazzo Chigi non si sia affatto tradotta in un miglioramento della situazione occupazionale del Paese. Lo scopo del fact-checking, però, è meramente la verifica dei numeri citati dal capogruppo di Forza Italia: lasciamo a voi lettori il compito di giudicare gli interventi dei diversi governi in materia.



Secondo Brunetta, ad ottobre 2011, ultimo mese (completo) del governo guidato da Silvio Berlusconi, il tasso di disoccupazione era sotto il nove percento. Per capire se dica il vero consultiamo il file disponibile con le serie storiche alla già citata pagina Istat. Ebbene, Brunetta centra di nuovo l’obiettivo: la disoccupazione in quel mese raggiungeva precisamente quota 8,8 percento e quella giovanile esattamente al 30,4 percento. E Monti dove ci ha portato? Anche in questo caso, Brunetta non sbaglia di una virgola: disoccupazione totale all’11,5 percento e giovanile a quota 37,5 percento.



E per concludere in bellezza, è corretto anche l’ultimo dato percentuale: effettivamente dal 2011 il tasso di disoccupazione è aumentato, per essere precisi, del 47,7 percento.



Niente da eccepire, Renato Brunetta ha senz’altro citato i dati corretti con piena cognizione di causa e guadagna un meritatissimo “Vero”!