Durante un’intervista con Nicola Porro, Renzi fa una comparazione tra la tassazione da redditi finanziari e quella da redditi d’impresa: secondo quello che ai tempi della dichiarazione era ancora solo il segretario del Pd, il reddito finanziario è tassato al 20-22% (in media circa al 21%, quindi), mentre il reddito d’impresa, con la sola tassazione “da lavoro” (presumiamo intenda tutta la serie di contributi e tributi che il datore di lavoro deve pagare), dovrebbe contare più del doppio (all’incirca più del 42%).



Per analizzare la correttezza di questa affermazione procederemo a tappe: prima verificheremo la correttezza dei due dati citati e poi controlleremo se effettivamente il secondo valga “più del doppio”.



Sul primo dato citato Renzi non è precisissimo. Come riporta l’ “Annuario del contribuente” – capitolo IV “Rendite Finanziarie e Tassazione Beni di Lusso” – redatto dall’Agenzia delle Entrate, i redditi di capitale (interessi, utili e proventi derivanti dall’impiego di un capitale) e i redditi diversi di natura finanziaria (plusvalenze e altri redditi derivanti da atti di negoziazione) sono tassati ad un’aliquota unica del 20%, in sostituzione alla precedente tassazione che prevedeva una doppia aliquota del 12,5% o del 27%. Le “azioni” di Renzi dovrebbero quindi essere tassate al 20% e non al 20-22% per essere precisi (la media tra i due estremi citati è 21%), sia se producano dividendi sia se vengano vendute e si generi una plusvalenza. Renzi si sbaglia anche se davvero di pochissimo.



paying taxes



Tabella Paying Taxes PwC 2014



Sul secondo dato il segretario Pd è più preciso. Se leggiamo l’interessante report di PwC “Paying Taxes 2014”, scopriamo come per una impresa di piccole-medie dimensioni (si veda pag. 140 per la definizione usata; definizione di Pmi che rientra in quella fornita dall’Ue) le tasse sul lavoro (cioè, come spiegato a pag. 12 del rapporto, tutti i tributi e contributi pagati in base a salari lordi, netti o numero di dipendenti sul profitto commerciale before taxes) ammontino a circa il 43.4%. Questa percentuale è effettivamente più del doppio sia della stima approssimativa fatta da Renzi sulla tassazione da rendite finanziarie (circa 21%) che di quella reale (20%). Una stima non ottimale per Renzi, ma che resta abbastanza precisa per fargli guadagnare un “Vero”.