Il ministro Grilli ha tutto sommato ragione, ma fa delle generalizzazioni per far apparire il bicchiere “mezzo pieno”, piuttosto che “mezzo vuoto”.


In linea generale, si può dire che l’economia italiana ha presentato recentemente un miglioramento di alcuni suoi principali indicatori macroeconomici: non lo diciamo noi di Pagella Politica, ma gente autorevole come l’Ocse (che ha fornito la più recente serie di indicatori economici disponibili). Permangono però grandi interrogativi, come il peggioramento del tasso di disoccupazione e la stagnazione della crescita previsti ancora per il 2013-14, con la possibilità di una nuova manovra correttiva.


Sulle esportazioni, in particolare, è vero che ci sono degli importantissimi segnali di cambiamento, ma non tutti supportano la tesi che l’economia italiana sia migliorata.


Sempre l’Ocse, a livello annuale prevede infatti un incremento dell’export : +2.6% nel 2013 e +4.2% nel 2014, confermando quindi l’outlook di Grilli.


I segnali di cambiamento, almeno in positivo, sono però ancora caratterizzati da grande incertezza: solo lo scorso mese l’Istat segnava per settembre un pesantissimo -4,2% sulle esportazionidato peggiore dal dicembre 2009. A ottobre, rispetto al mese precedente, si registrava inoltre una crescita dei flussi commerciali, ma solo per l’area extra-Ue: +0,7% per le esportazioni e +1,1% per le importazioni. In quest’ultimo caso, su base annua, le esportazioni presentavano un notevole incremento (+17,2%), che coinvolgeva tutti i principali comparti.


Sono positivi anche i recenti dati sulle esportazioni per le regioni italiane: Nel terzo trimestre 2012, rispetto al trimestre precedente, le vendite di beni sui mercati esteri risultano in crescita per tutte le regioni territoriali: nella media dei primi tre trimestri del 2012 la dinamica dell’export è positiva per tutte le ripartizioni, anche se in progressiva decelerazione nel corso dell’anno.


Un altro grande interrogativo è poi rappresentato dalla quota di export dall’Italia: nonostante i valori – a livello assoluto – degli ultimi mesi siano magari rassicuranti, il declino degli ultimi anni della quota di export italiana nel mondo (dal 3,9% del 2002 al 2,9% nel 2011) è un dato preoccupante. A ben guardare, inoltre, la crescita in volume prevista per il 2013 per l’Italia (dopo un pessimo 2012) rimane comunque debole rispetto alle altre economie sviluppate del paniere Ocse (anche se si è previsto che Paesi come Regno Unito, Giappone e Canada faranno perfino peggio di noi tra 2012 e 2013! Per avere maggiori ragguagli in merito si consiglia di vedere le proiezioni sulla variabile XGSV_ANNPCT: Exports of goods and services growth (volume))


Quindi, dire che ci siano alcuni segnali positivi (a livello degli indicatori macroeconomici aggregati e a livello del singolo export) ci sembra corretto, che essi esprimano un chiaro miglioramento, un po’ meno. E’ un po’ troppo presto per considerare “Vera” l’affermazione di Grilli: per adesso accontentiamoci di un “C’eri quasi” prudenziale.