Seppure l’idea originaria del professore James Tobin era piuttosto quella di una tassa sulle transazioni legate agli scambi di valuta, oggi con il termine Tobin Tax si fa più comunemente riferimento all’idea di una tassa sulle transazioni finanziarie: un concetto che fu spesso richiamato nel corso del G8 di Genova da parte delle organizzazioni aderenti al Global Social Forum, movimento di protesta organizzato in concomitanza al G8, al quale si riferisce Vendola.
La tassa sulle transazioni finanziarie che il presidente della Puglia così felicemente accoglie, è in effetti quasi realtà. Il 23 maggio 2012 il Parlamento Europeo ha infatti votato a favore (487 voti a favore, 152 contrari e 46 astenuti) della Proposta di direttiva del consiglio concernente un sistema comune d’imposta sulle transazioni finanziarie redatta dalla Commissione Europea e presentata al Parlamento stesso il 28 ottobre 2011.
Tale proposta ha l’obiettivo princiale di inserire un’imposta su “tutte le transazioni finanziarie, ossia l’acquisto e la vendita di uno strumento finanziario, come azioni delle società, obbligazioni, strumenti del mercato monetario, quote di organismi d’investimento collettivo, prodotti strutturati e derivati e la conclusione o la modifica di contratti derivati, a condizione che almeno una delle parti coinvolte nella transazione sia stabilita in uno Stato membro e che un ente finanziario stabilito in uno SM sia parte coinvolta nella transazione, agendo per conto proprio o per conto di altri soggetti oppure agendo per conto di una delle parti della transazione”. Saranno invece escluse le transazioni che riguardano i mercati primari (azioni di società ed obbligazioni), le transazioni con l’UE, la BCE, la BEI, le banche centrali degli stati membri e in generale gli organismi internazionali.
Le aliquote saranno scelte dagli Stati Membri ma non potranno essere inferiori allo 0,1 % per tutte le transazioni finanziarie diverse da quelle relative ai contratti derivati e allo 0,01 % per tutte le transazioni finanziarie relative ai contratti derivati.
Ma l’imposta è quindi già realtà? No, come ben sottolinea Vendola, la tassa sulle trasazioni finanziarie sta per diventare realtà, in quanto manca l’approvazione definitiva del Consiglio. Da questo punto di vista tuttavia, le speranze del segretario nazionale di Sel sono ben riposte. Algirdas Semeta, Commissario responsabile della proposta (DG Fiscalità e unione doganale, audit e lotta antifrode), ha annunciato in data 9 ottobre 2012 che ben sette stati dell’Unione (Germania, Francia, Belgio, Austria, Slovenia, Portogallo e Grecia) hanno accettato di introdurre l’imposta nei loro ordinamenti e altri quattro (Italia, Spagna, Estonia e Slovacchia) hanno promesso di ufficializzare la loro partecipazione a breve termine. In totale quindi undici stati membri, superiore al minimo di nove previsto dal Trattato dell’Unione affinché si possa utilizzare la cooperazione rafforzata, uno strumento volto a permettere ai “singoli stati di progredire secondo ritmi e/o obiettivi diversi”.
Un processo ancora tutto in divenire che sicuramente avrà importanti impatti sul contesto economico europeo, ma che per il momento fa guadagnare a Vendola un bel “Vero”!