Matteo Salvini torna su un tema a lui caro in questo periodo, quello della riforma istituzionale delle Province e delle Città metropolitane proposta nel disegno di legge Delrio. L’obiettivo dichiarato da parte del governo è quello di riformare le competenze attribuite agli enti locali, e favorire la transazione verso l’abolizione delle Province (possibile solo con legge costituzionale) e l’istituzione delle Città metropolitane. In questo percorso, si ipotizzano anche delle riduzioni in termini di costo per lo Stato e una revisione della spesa pubblica a livello locale. Ma quali sono gli importi presunti? E’ vero che in realtà i costi saranno maggiori dei risparmi?
I numeri di Salvini non sono chiarissimi e abbiamo avuto qualche difficoltà a cercare di capire da quali stime è partito il segretario della Lega Nord per i suoi calcoli. L’unico documento ufficiale al riguardo è, infatti, un rapporto della Corte dei Conti che prova a valutare le stime del governo e che si conclude con qualche incertezza. Ma vediamo nel dettaglio.
Dal lato dei risparmi, la Corte considera la possibilità che la riforma riduca o abolisca all’incirca 163 milioni di spese imputabili agli organi istituzionali (che verranno aboliti o continueranno il loro lavoro a titolo gratuito), ai costi elettorali, alle spese di rappresentanza e all’abolizione di alcuni trasferimenti correnti da parte dello Stato (pag. 22 del rapporto). Se dividiamo questo importo per la popolazione residente in Italia al primo gennaio 2013 (circa 59 milioni di persone secondo l’Istat) otteniamo un risparmio pro capite di 2,74 euro, il doppio rispetto a quello riportato da Salvini (che il segretario padano abbia considerato solamente l’indennità di funzionamento degli organi istituzionali pari a 105 milioni?). E’ bene inoltre notare che il governo stima risparmi aggiuntivi a livello statale per l’abolizione delle prossime elezioni provinciali, per un totale di 318,7 milioni di euro, di cui 118 a carico dello Stato – si veda la relazione tecnica allegata al disegno di legge, pag 12.
Dal lato dei costi, invece, la situazione è ancora più fumosa. Come già precisato in un’altra analisi, la Corte dà in effetti ragione a Salvini sulla presenza di possibili costi legati soprattutto alla riorganizzazione del personale e sostiene che “la convivenza [iniziale] della Provincia e della Città metropolitana mette indubbio l’effettiva realizzazione di risparmi ed anzi, venendo attivato un processo complesso di riorganizzazione, si profilano oneri per la finanza pubblica che la scheda tecnica (al pari degli asseriti risparmi di breve periodo) non prende in considerazione”. Non vengono tuttavia contabilizzati tali ipotetici costi e, al contrario, la Corte ne dichiara l’eccessiva imprevedibilità per poter fare delle stime attendibili; non riusciamo quindi a contestualizzare il dato riportato da Matteo Salvini di un costo maggiore dei risparmi per un miliardo di euro.
Molto incertezza, dunque, attorno al tema e dichiarazioni un po’ troppo tranchant e poco supportate dai dati per il segretario della Lega Nord: non possiamo andare oltre il “Pinocchio andante”.