Ospite di Porta a Porta, Berlusconi sta facendo un parallelo tra la situazione all’epoca del proprio governo con l’attuale situazione (come si intende ascoltando il video).
Confrontiamo, quindi, il periodo maggio 2008-novembre 2011, ovvero l’ultimo governo Berlusconi, con i dati più recenti disponibili. Se guardiamo il Pil pro capite a prezzi costanti, Berlusconi sbaglia di parecchio. Secondo i dati dell’International Monetary Fund (in euro), il calo è stato di 9-10%.
Nota: i dati Imf per il 2013 e 2014 sono stime.
Anche prendendo in considerazione un altro indicatore di ricchezza, notiamo che i risultati sono discordanti da quanto dice l’ex Premier. Secondo quanto risulta dal rapporto Bankitalia sulla ricchezza delle famiglie italiane (tavola 3A, dati espressi in migliaia di euro correnti), i cui dati arrivano fino al 2012, il calo di ricchezza è presente ma si attesta attorno al 2%. Come è possibile leggere nella nota metodologica A (pag. 17), la ricchezza netta viene calcolata come la somma delle attività reali delle famiglie (beni tangibili come case o terreni, ma anche beni intangibili come brevetti) e quelle finanziarie (come titoli di Stato o obbligazioni), al netto dei debiti.
Tenuto conto di ciò, cerchiamo di capire a cosa potesse mai riferirsi Berlusconi con questo 47%. Potrebbe aver fatto confusione con quanto apparso sui giornali recentemente, ossia che il 47% della ricchezza è in mano al 10% delle persone. Questo però è ben diverso dal dire che la ricchezza è diminuita del 47%!
Berlusconi incappa poi nella stessa svista che abbiamo smascherato pochi giorni fa analizzando una dichiarazione del Premier Renzi. Secondo l’Istat, il tasso di disoccupazione giovanile* a fine 2013 era pari a 40%. Sembrerebbe quindi quasi corretta l’affermazione di Berlusconi, ma attenzione: un tasso di disoccupazione giovanile del 40-50% non è pari a circa un giovane su due disoccupati. Il tasso di disoccupazione (come aveva spiegato Giovannini quasi un anno fa) si calcola sul totale dei giovani occupati e in cerca di lavoro, non sull’intera popolazione. Dal momento che tra i 15 e i 24 anni molti ragazzi vanno a scuola o all’università, bisogna tener presente che ci sono molti giovani esclusi dal denominatore, la cui mancanza di lavoro non sollecita però alcuna preoccupazione. Di conseguenza, dato che i disoccupati tra i 15 e i 24 anni nel 2013 erano 655.000** e la popolazione tra i 15 e i 24 anni era pari a 5.911.297 persone, si può facilmente dedurre che si tratta di circa 1 giovane su 10 a non trovare lavoro.
Anche allargando la definizione dei senza lavoro a coloro che non ne sono in cerca e non sono disponibili – includendo così tutti i cosiddetti “Neet” (Not in Education, Employment or Training) – scopriamo che in totale avremmo 1.334 mila ragazzi tra i 15 e i 24 anni, ovvero il 23% del totale.
Complessivamente il primo dato risulta assolutamente alieno alla realtà mentre il secondo è alquanto impreciso, “Pinocchio andante”!
*Per arrivare al dato selezionare “Lavoro” dalla tendina a sinistra e poi seguire “Disoccupazione” > “Tasso di disoccupazione” > “Tasso di disoccupazione Livello ripartizionale” e selezionare nel menù la fascia 15-24 anni.
**Per arrivare al dato selezionare “Lavoro” dalla tendina a sinistra e poi seguire “Disoccupazione” > “Disoccupati” > “Disoccupati Livello ripartizionale” e selezionare nel menù la fascia 15-24 anni.