Matteo Renzi cita uno studio del prestigioso sito di attualità economica LaVoce.info, redatto da Roberto Perotti, ordinario di Economia Politica presso l’Università Bocconi di Milano, in cui si fa una breve contabilità dei costi della politica italiana, con alcune proposte tecnico-politiche di riduzione.
In attesa di vedere (come promesso da Perotti nell’articolo) la correttezza delle fonti e del dataset utilizzato, ci limitiamo ad alcune considerazioni sui concetti espressi da Renzi nell’interpretazione dell’articolo.
Innanzitutto i totali sono giusti. La stima dei costi della politica é di 2,5 miliardi di euro, e nello stesso articolo si stimano a 1 miliardo di euro i possibili risparmi.
I provvedimenti ipotizzati da Perotti sono però diversi da quelli di Renzi, e quindi potrebbero portare a variazioni diverse, probabilmente maggiori:
– In primis, nell’articolo non si parla di “abolizione” del Senato, ma di un risparmio attorno ai 200 milioni di euro per questa voce di costo. La totale abolizione dei costi del Senato (escludendo i costi di per il personale in quiescenza e cessato) potrebbe valere di più, ca. 750 milioni di euro (Tabella 1 dell’articolo).
-Per quanto riguarda le provincie, l’articolo non ne quantifica i risparmi perché le considera in via di abolizione: ad oggi ne stima il costo intorno ai 90 milioni di euro. Il vero risparmio è nel costo del personale, la cui riduzione non è inclusa nel computo.
-Quando parla di “cambiare legge elettorale” Renzi non è molto chiaro a riguardo: l’unico risparmio che nell’articolo sembra sia legato al sistema elettorale italiano (e quindi alle legge elettorale) è quello legato al numero di deputati, la cui riduzione a 500 porterebbe a un risparmio di circa 50 milioni di euro.
-L’articolo inoltre aggiunge il risparmio legato alle Regioni, 400 milioni di euro, che Renzi non cita.
Riassumendo: i risparmi mirati ipotizzati da Perotti (incluse le Regioni) varrebbero circa 1 miliardo di euro. Quelli compresi da Renzi, che si dimentica le Regioni, sembrano essere maggiori per il Senato e per le provincie (da quantificare). Il totale della “stima Renzi” risulta ugualmente interessante: contando anche le Regioni, saremmo di fronte a una versione “aggressiva” dei tagli ipotizzati da Perotti.
Inoltre, i conti sembrano includere l’abolizione dei finanziamenti pubblici ai partiti (106 milioni di euro nella tabella 4 di risparmi per la sola Camera) ma Renzi pare dimenticarsene: trattasi di un vero autogol per uno come lui che ne ha proposto la soppressione.
Concludendo, Renzi cambia le stime di Perotti aggiungendoci del suo, forse per semplificare, forse per parlare di altre iniziative interessanti. Sebbene i totali sembrino simili, la sostanza è leggermente diversa: noi diciamo “C’eri quasi”
P.S.: la nostra valutazione considera esatti i dati di partenza raccolti dall’economista Perotti. Ci riserviamo in seguito di analizzarli e, in caso di errori, abbassare il giudizio sulla dichiarazione, dove per noi conta a) la veridicità di quanto dichiarato da Renzi; b) la correttezza quantitativa e scientifica dei dati riportati.