Renato Brunetta si fa esegeta dei versamenti medi dell’Imu, avendo già dichiarato che la stragrande maggioranza del gettito sulla prima casa è stato versato da contribuenti con reddito inferiore ai 75 mila euro. Sarà stato preciso in questa occasione come nella precedente? Andiamo subito ad investigare.



Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha reso pubblico la distribuzione per Comune dell’Imu, diviso per abitazione principale ed altri immobili, dal quale riusciamo a trarre i dati necessari per verificare i numeri citati da Brunetta.



I dati riportati dall’ex ministro sono corretti, ma ci sono due importanti particolari che il capogruppo del Pdl alla Camera omette: si tratta del versamento medio sulla sola prima casa. Come si può vedere dal grafico elaborato qui sotto, la situazione, all’apparenza anomala per cui l’Imu grava in media di più a Roma che non a Cortina, si ribalta per quanto riguarda gli “altri immobili”, in cui vengono conteggiate le seconde case. Pare appropriato che gli “altri immobili”, ivi incluse le seconde case, a Cortina d’Ampezzo sono quasi otto volte più delle prime case e devono far fronte a un versamento medio di 3,6 volte più alto di quello delle prime case.



In aggiunta, Brunetta omette il fatto che le tre città citate hanno aliquote Imu ben diverse tra loro. Come si può vedere da questa scheda informativa sull’Imu preparata dall’Anci, i Comuni avevano, infatti, la libertà di variare l’aliquota sulla prima abitazione di +/- 2 per mille dal 0,4% di partenza, e per questo hanno scelto aliquote diverse:



  • Roma ha optato per un’aliquota pari allo 0,5% con 200€ di detrazione base maggiorata di 50€ per ciascun figlio under 26 residente e abitualmente dimorante nella casa in questione (senza superare i 400€ in totale),

  • Milano ha un’aliquota dello 0,36-0,4% a seconda della categoria catastale e la medesima detrazione di Roma,

  • Cortina ha scelto un’aliquota ancora più bassa: 0,2%.



Come avrete indubbiamente notato, Roma ha un’aliquota più alta di Milano e Cortina: la discrepanza tra i versamenti medi scaturisce, quindi, in parte dall’eterogeneità delle aliquote. Si potrebbe intendere che proprio questa libertà di scelta implichi una mancanza di equità perché, a parità di valore catastale, una prima casa a Cortina viene tassata meno della metà di una prima casa a Roma e circa la metà di una casa a Milano. Vista la non-linearità dei versamenti rispetto alle aliquote, però – Milano ha un’aliquota più alta di Cortina ma un versamento medio più basso – la situazione richiederebbe uno studio del valore reale (oltre che catastale) degli immobili in questione, un’idea del reddito medio dei possessori degli immobili e del valore medio delle case adibite a prima abitazione.



Insomma, i dati citati sono giusti ma la conclusione tratta è come minimo azzardata. Servono sicuramente dei dati aggiuntivi a quelli che cita Brunetta per dimostrare la “non equità” dell’Imu: senza un’idea del reddito medio dei possessori di questi immobili (e del loro valore) è impossibile valutare l’equità o inequità della situazione. Concludiamo dicendo che I dati sono corretti ma parziali e non sufficienti per confermare la sua conclusione: “Nì”.



Versamenti medi IMU Roma Milano Cortina