Aaaaah, Marchionne. L’imprenditore più chiacchierato, ammirato ed al contempo bistrattato d’Italia, passato in pochi anni da salvatore della Fiat a tiranno bugiardo, espressione malata di un capitalismo italiano che tira avanti a colpi di sussidi e connivenze con il potere politico.


Sappiamo tutti, da recenti statistiche ed analisi pubblicate sui giornali, che la Fiat non se la sta passando bene. Il sito dell’Unrae, l’Unione Rappresentati Autoveicoli Esteri, prevede per tutto il 2012 una flessione delle immatricolazioni auto del 18,9% rispetto allo scorso anno. Per quanto riguarda Fiat, le previsioni per il 2012 registrano un calo ancora maggiore, del 21%. E’ normale. In anni di crisi economica, contrazione dei consumi (in Italia più che in altri Paesi europei), prezzo della benzina alle stelle, e trend sociali come l’invecchiamento della popolazione ed una maggiore sensibilità all’inquinamento ambientale, tutto fa pensare che il mercato delle automobili avrà di fronte a sé anni terribili.


Ha ragione però Grillo nel denunciare un crollo così repentino del prezzo delle azioni Fiat? Veramente l’azienda è andata così male da vedere il valore delle sue azioni decrescere dell’83% in 5 anni?


Innanzitutto, ci teniamo a specificare che il confronto diretto tra il valore di un’azione FIAT oggi rispetto al 2007 risulterebbe falsato. Il Gruppo Fiat operò una scissione il 1° gennaio del 2010, dividendosi in Fiat Auto S.p.A. e Fiat Industrial S.p.A., ciascuna delle azioni dei due gruppi valutate autonomamente dal mercato. Confrontare le azioni di Fiat Auto di oggi con quelle di un gruppo aziendale totalmente differente di cinque anni fa è veramente come confrontare mele con pere.


Tralasciando il particolare, diamo un’occhiata alla serie storica fornita da Yahoo Finanza , che fornisce I prezzi di Fiat Group S.p.A. aggiustati per i dividendi distribuiti e per lo split avvenuto nel 2010. Prendendo in considerazione il periodo tra il 1° gennaio 2003 ed il 1° febbraio 2012 (approssimatamente il periodo in cui Grillo fece la sua dichiarazione) osserviamo il trend di cui sotto:



Come si può vedere, il prezzo delle azioni Fiat, sin dalla nomina di Marchionne ad Amministratore Delegato nel giugno del 2004, va dai 5 euro ad un massimo di 21 euro nel luglio del 2007, anno in cui la crisi è scoppiata. Il periodo di intenso declino si può intravedere nel periodo precedente alla nomina di Marchionne, quando la Fiat si trovava sull’orlo del fallimento.


5 anni prima della dichiarazione di Grillo, ovvero nell’aprile 2007, le azioni Fiat erano quotate attorno ai 20 euro, a culmine di un processo di risanamento che ne aveva visto il prezzo salire dai minimi del 2004. Insomma, può essere che il prezzo delle azioni FIAT si avvicinasse effettivamente ai 24 euro nel 2007, ma Grillo menziona un periodo pre-crisi e, specialmente, pre-scissione del gruppo. Qualsiasi tipo di ragionamento e confronto diretto ci sembra alquanto specioso. “Nì”.