Matteo Renzi e la disoccupazione: un binomio ormai familiare per Pagella Politica. Ne ha parlato anche nella tanto discussa intervista a Vanity Fair, aggiungendo un paragone con Austria e Germania.



Partiamo dalla disoccupazione italiana. Secondo l’Istat, ad ottobre 2013 (l’ultimo dato disponibile) il tasso di disoccupazione si è attestato al 12,5%: Renzi sbaglia di un decimale ma il dato è fondamentalmente corretto. L’incremento sarà stato davvero così consistente? Purtroppo, e un po’ furbescamente, Renzi non specifica in quale anno la disoccupazione era ferma al 6,7%. Abbiamo quindi consultato il database dell’Istat, visionando l’andamento storico dal 1990 e sintetizzando i dati nel grafico sottostante.






Come era facile intuire, Renzi faceva riferimento allo scoppio della pesantissima crisi economica che ancora ci colpisce: nel 2008, infatti, il tasso disoccupazione era precisamente pari a 6,7%. Nel 2007, prima della crisi il tasso si attestava al 6,1 percento, meno della metà rispetto a quello attuale.



Fin qui, un percorso netto e preciso, quello del sindaco-segretario, ma usciamo dallo Stivale e vediamo come se la cavano oltralpe. Grazie ai dati Eurostat possiamo confrontare gli ultimi valori disponibili in Italia – quelli dell’ottobre 2013 – con quelli nei due Paesi citati da Renzi. Anche qui il sindaco di Firenze non sbaglia un colpo: in quel mese, il tasso di disoccupazione tedesco era pari al 5,2%, mentre quello austriaco risulta lievemente inferiore, 4,8%.



Due minuscole imprecisioni decimali che non bastano a togliere a Matteo Renzi il punteggio pieno: “Vero”!