Ci casca anche la capogruppo del Movimento 5 Stelle, Paola Taverna, sui numeri della corruzione italiana. Evidentemente l’esponente grillina ancora non legge Pagella Politica, e commette lo stesso errore di Beppe Grillo, Pietro Grasso e Antonio Ingroia. Ma andiamo con ordine.
La corruzione italiana costa davvero 60 miliardi?
La storia dei 60 miliardi di corruzione in Italia è abbastanza famosa, ed è stata ripresa da molti quotidiani nazionali: da Repubblica a Libero, dal Sole 24 Ore al Fatto Quotidiano, e perfino all’estero da Reuters e Washington Post.
In realtà si tratta di un clamoroso abbaglio.
La stima deriva da un rapporto del 2004 pubblicato dalla Banca Mondiale sui costi economici della corruzione nel mondo. L’analisi stimava che le tangenti pagate nel mondo erano pari ad un trilione di dollari, pari a sua volta al 3% del Pil mondiale di quell’anno.
Il calcolo è venuto da sè: se la corruzione del mondo è pari al 3% del suo Pil, allora la corruzione italiana è pari al 3% del Pil italiano, ovvero circa 60 miliardi di dollari che, successivamente, sono diventati euro nelle varie notizie riportate.
E per quanto riguarda il paragone con l’Europa?
Ecco un altro granchio! La Corte dei Conti, menzionando proprio i famosi 60 miliardi nella sua ultima relazione spiega infatti che, “rispetto a quanto rilevato dalla Commissione Ue (ovvero 120 miliardi di euro di corruzione in Europa), l’Italia deterrebbe il 50% dell’intero giro economico della corruzione in Europa! Il che appare invero esagerato per il nostro Paese, considerando che il restante 50% si spalmerebbe senza grandi problemi negli altri 26 Paesi dell’Unione Europea.
Il verdetto
Paola Taverna sbaglia completamente a citare le cifre sulla corruzione in Italia e riporta di nuovo una notizia più volte smentita – non solo da noi (si veda ad esempio Il Post). Vero è che diversi giornali continuano a riprendere questi dati (si veda il Fatto quotidiano di questo stesso febbraio) e che la medesima Commissione Europea li ha citati in un recente rapporto (qui potete leggere la smentita sul sito Factcheckeu.org). Con questa attenuante, Paola porta a casa “solo” un “Pinocchio andante”.