Di ritorno dal suo tour americano e inorgoglito dai successi degli italiani all’estero – Sergio Marchionne e la Fiat inclusi – il Presidente del Consiglio si sbizzarrisce tra classifiche e numeri. Tra questi troviamo anche i numeri di Chrysler, gruppo con cui la Fiat ha recentemente stretto un accordo per acquisire la parte rimanente dell’azienda che era in mano al sindacato (Ua, United Automobile Workers), per raggiungere il 100%. Torniamo però alla dichiarazione di Renzi che afferma che l’edificio del gruppo Chrysler è il secondo edificio più grande d’America dopo il Pentagono (attenzione: parliamo dell’edificio con sede a Auburn Hills, vicino a Detroit, da non confondersi con il Chrysler building di New York).
Ci affidiamo al sito del gruppo Chrysler per scoprire che, con i suoi 5,4 milioni di piedi quadri, pari a circa 4,6 chilometri quadri, l’edificio è effettivamente secondo solo al Pentagono, sede del Dipartimento della Difesa americana, la cui area è invece di più di 6 milioni di piedi quadrati, pari a 5,6 chilometri quadri (si veda Gross Floor Area). Il Pentagono, costruito nel bel mezzo della tensione che caratterizzava il Dipartimento di Guerra nel 1941, prende la sua forma dallo spazio che avrebbe dovuto circondarlo secondo quello che era stato inizialmente scelto per la sua sede, di fronte al cimitero nazionale di Arlington (nell’Arlington Farm), le cui delimitazioni – strade ed altro – gli attribuivano una forma pentagonale. A chi voglia sapere di più della storia del Pentagono suggeriamo di leggere il dossier del Washington Post dal quale sono tratte le informazioni qui riportate.
Approfittiamo inoltre per condividere qualche numero interessante sul bastione della difesa Usa: le email inviate al giorno raggiungono il milione, ospita “solo” tredici ascensori, sono presenti ben diciannove scale mobili, più 131 scalinate. Mentre i dipendenti del Pentagono quotidianamente sono 25 mila, il numero delle persone che lavora nell’edificio Chrysler sono 15 mila, secondo un’ultima stima risalente a giugno 2014.
Non essendoci altro da aggiungere, promuoviamo Matteo Renzi con un “Vero”.