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Con lo ius scholae Khaby Lame sarebbe potuto diventare italiano 11 anni fa

| 18 agosto 2022
La dichiarazione
«Khaby Lame, 22 anni, è diventato cittadino italiano. Con lo ius scholae sarebbe successo 11 anni fa»
Fonte: Facebook | 18 agosto 2022
EPA/SEBASTIEN NOGIER
EPA/SEBASTIEN NOGIER
Verdetto sintetico
L’affermazione del responsabile Sport del Pd è sostanzialmente corretta.
In breve
  • Lo ius scholae propone di dare la cittadinanza italiana ai minori stranieri nati in Italia, o giunti in Italia prima dei 12 anni di età, che hanno frequentato un ciclo scolastico nel nostro Paese per almeno cinque anni. TWEET
  • Lame è arrivato in Italia all’età di un anno e ha frequentato le scuole italiane. Se fosse stato in vigore lo ius scholae, a 11 anni uno dei suoi genitori avrebbe potuto chiedere la cittadinanza italiana per il figlio. TWEET
Il 17 agosto, l’ex allenatore della nazionale maschile di pallavolo Mauro Berruto, attuale responsabile delle politiche per lo sport del Partito democratico, ha commentato sui social la concessione della cittadinanza italiana a Khaby Lame, che a 22 anni è il tiktoker con più follower al mondo. Secondo Berruto, «con lo ius scholae» – la proposta di riforma della cittadinanza promossa, tra gli altri, dal Pd – questo «sarebbe successo 11 anni fa».

Al di là delle posizioni politiche, il riferimento fatto da Berruto è corretto.

Che cosa propone lo ius scholae

L’esame della proposta di legge sul cosiddetto “ius scholae” (dal latino, “diritto di scuola”) è iniziato lo scorso giugno alla Camera dei deputati, ma a causa delle elezioni anticipate si sono azzerate le possibilità di una sua approvazione in questa legislatura.

In breve: l’obiettivo della proposta è quello di concedere la cittadinanza ai minori stranieri nati in Italia – o arrivati nel nostro Paese prima dei 12 anni di età – che hanno frequentato un ciclo scolastico nel nostro Paese per almeno cinque anni. Nel caso in cui la frequenza riguardi la scuola elementare, per vedersi concedere la cittadinanza italiana il minore straniero deve aver concluso il corso con la promozione.

A oggi, in base alla legge del 1992 attualmente in vigore, un minore straniero eredita la cittadinanza dei genitori ma, compiuti i 18 anni, e se ha risieduto legalmente in Italia fino a quel momento, ha un anno di tempo per dichiarare l’intenzione di ottenere quella italiana. Le tempistiche per ricevere la cittadinanza non sono immediate: in base al decreto “Immigrazione”, approvato dal secondo governo Conte nell’autunno del 2020, possono passare al massimo tre anni prima di ricevere l’esito della domanda.

Il caso di Lame

Dalle interviste rilasciate negli scorsi mesi da Khaby Lame, che è arrivato in Italia dal Senegal quando aveva un anno di età e ha frequentato le scuole nel nostro Paese, non è chiaro se il tiktoker, appena compiuti i 18 anni, abbia fatto la richiesta di ricevere la cittadinanza italiana. 

Ad agosto 2021, in un’intervista con il settimanale Sette del Corriere delle Sera, alla domanda “La questione della cittadinanza la fa arrabbiare?”, Lame aveva risposto: «No, perché io sono italiano, mi ci sono sempre sentito. Non lo dico solo io. Leggo: “Khaby, l’italiano più seguito al mondo”. Allora mi dico: vedi, sono italiano, non mi serve un foglio di carta per saperlo». Lo scorso giugno, in un’intervista con la Repubblica, Lame aveva dichiarato che «non è giusto che una persona che vive e cresce con la cultura italiana per così tanti anni ed è pulito, non abbia ancora oggi il diritto di cittadinanza. E non parlo solo per me».

Il 17 agosto, nel municipio di Chivasso, in Piemonte, Lame ha firmato il giuramento per ricevere la cittadinanza italiana, dopo che gli è stata notificata la copia del decreto che gli ha concesso la cittadinanza italiana lo scorso 8 giugno.

Tornando alla dichiarazione di Berruto, è vero che se fosse stato in vigore lo ius scholae, Lame avrebbe potuto ottenere la cittadinanza italiana molto prima, verso l’età degli 11 anni, quando si terminano le scuole elementari. L’ottenimento della cittadinanza non sarebbe però stato automatico: in base alla proposta di legge, la richiesta di cittadinanza per il minore straniero deve essere fatta da uno dei due genitori legalmente residenti in Italia.

I numeri sullo ius scholae

Secondo le stime dell’Istat, contenute nel rapporto annuale pubblicato a luglio 2022, in Italia sarebbero circa 280 mila i minori stranieri nati in Italia, o arrivati nel nostro Paese prima dei 12 anni di età, che hanno frequentato con continuità un ciclo di studi per almeno cinque anni. 

Oltre il 25 per cento di questi minori, potenzialmente interessati dalla variazione dello ius scholae, risiede in Lombardia. Circa il 70 per cento dei potenziali beneficiari vive in cinque regioni del Centro-Nord: oltre alla già citata Lombardia, nel Lazio, nell’Emilia-Romagna, in Veneto e in Piemonte. «Nel 26 per cento dei casi si tratta di ragazzi di origine romena, seguono i cittadini di Albania (10,1 per cento), Cina (9,6 per cento) e Marocco (9,1 per cento)», ha sottolineato l’Istat.

Il verdetto

Secondo Mauro Berruto, responsabile Sport del Partito democratico, con lo ius scholae il tiktoker Khaby Lame, neocittadino italiano a 22 anni, avrebbe potuto ricevere la cittadinanza italiana 11 anni fa. È vero: in base alla proposta per riformare la cittadinanza, uno dei genitori di Lame avrebbe potuto chiedere la cittadinanza italiana per il figlio a partire dagli 11 anni di età.

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