Il 29 giugno è iniziata alla Camera dei deputati la discussione della proposta di legge sul cosiddetto “ius scholae” (dal latino, “diritto di scuola”), un testo che chiede di riformare i requisiti per ottenere la cittadinanza italiana. L’obiettivo dei promotori – tra cui ci sono il Partito democratico e il Movimento 5 stelle – è quello di concedere la cittadinanza ai minori stranieri che hanno frequentato un ciclo scolastico nel nostro Paese per almeno cinque anni, senza dover necessariamente attendere il compimento dei 18 anni di età. Secondo i contrari, come Lega e Fratelli d’Italia, questa proposta è sbagliata per una serie di motivi.
Per fare chiarezza su un tema così divisivo all’interno del Parlamento, abbiamo verificato, numeri e leggi alla mano, sette argomentazioni usate dai favorevoli e contrari allo ius scholae a sostegno delle loro posizioni.
Per fare chiarezza su un tema così divisivo all’interno del Parlamento, abbiamo verificato, numeri e leggi alla mano, sette argomentazioni usate dai favorevoli e contrari allo ius scholae a sostegno delle loro posizioni.