Una dichiarazione forte della governatrice Polverini che difendendo il suo operato sostiene di essere l’unica presidente della Regione nella storia delle Regioni italiane a essersi dimessa “senza aver commesso nulla”.
Posto che il giudizio sul “senza avere una motivazione” è una valutazione morale e politica che lasciamo ai nostri lettori, riteniamo che per dimissione “senza aver commesso nulla” la presidente della Regione Lazio intenda che non siano state dimissioni causate da un problema identificabile nella persona del presidente (come una causa legale o uno scandalo personale). Questo sicuramente rimuove un buon numero di dimissioni governatoriali di natura bipartisan e senza discriminazione geografica: dall’azzurro Formigoni implicato nello scandalo Zambetti (il quale, seppur non propriamente dimesso, ha anticipato il ricorso alle urne “azzerando” la sua Giunta) ai governatori della Sicilia Cuffaro (Udc) e Lombardo (Mpa) accusati di legami con la mafia (vedi una recente dichiarazione di Vendola), passando dal governatore Pd del Lazio Marrazzo, dimessosi dopo esser stato coinvolto in un bizzarro caso con trans e carabinieri.
Ciò detto sono tanti i presidenti ad essersi dimessi per ragioni puramente politiche, senza aver quindi “commesso nulla”. E non serve scomodare tutte le Regioni d’Italia, basta vedere nel Lazio stesso come si siano succeduti ben 22 presidenti nei 25 anni dalla formazione della Regione al 1995. La maggior parte di questi ultimi ha visto il proprio mandato troncato dall’instabilità politica delle coalizioni che li sosteneva, non per ragioni legate direttamente alla persona del presidente (a partire dal primissimo governatore della Regione, il democristiano Mechelli “caduto” dopo meno di due anni). Una sorte simile e particolarmente curiosa è capitata a Fiorella Ghilardotti, governatrice della Lombardia dal 1992 al 1994, appena prima del lungo regno formigoniano inaugurato nel 1995. La Ghilardotti, esponente del Partito dei Democratici di Sinistra, si è infatti ritrovata con un vice-presidente passato a Forza Italia dopo la discesa in campo di Silvio Berlusconi. Una situazione insostenibile, poiché, citando un articolo del Corriere dell’epoca – il cui autore forse non sapeva ancora ancora quanto fosse vera la sua affermazione – “Berlusconi, si sa, non va molto d’ accordo con la Quercia“.
Questa dichiarazione della Polverini è palesemente falsa. C’è odore di rivendicazioni personali in attesa di un “ritorno in campo”?