Prima di addentrarci nei numeri, occorre affrontare una prima questione “metodologica”: cosa vuol dire “ridurre le tasse”? Noi interpretiamo la frase come “riduzione del gettito” derivante dalle imposte sulla casa (per capirci: stesso tipo di “base imponibile” dell’Imu, cioé la cosiddetta “rendita catastale”) – e che sarà la prima questione che andremo a verificare. In seguito vedremo se la ricetta citata da Saccomanni é proprio quella corretta.
Partiamo con un dubbio, abbastanza curioso: ma di che anno parla Saccomanni? In gran parte dell’intervista il ministro parla della Legge di Stabilità 2014, ma sul tema delle imposte sulla casa, viste le tipologie di copertura citate e l’uso del passato prossimo, sembra riferirsi all’anno 2013 (un po’ furbescamente, diciamo noi, visto che per il 2014 si parla già della Tasi e le prime stime di Confedilizia indicano una forchetta di 23.8 – 27 miliardi di euro di gettito a seconda che i Comuni adottino o meno le aliquote massime sulla nuova imposta).
Quanto abbiamo pagato nel 2013? Sebbene non esistano ancora dati ufficiali, ci sembra che le stime più precise siano quelle di Confedilizia, che misurano in circa 20 miliardi il gettito del 2013.
Le stime tengono conto, da un lato, della abolizione decisa dal governo Letta dell’Imu sulla prima casa (decreti n. 102 del 31 agosto 2013 e n. 133 del 30 novembre 2013), dall’altro, dell’effetto dei moltiplicatori delle rendite catastali stabiliti da Monti. Quindi, nonostante le valutazioni del fisco riportate da alcuni giornali, che calcolavano le entrate a settembre come a +32.5% rispetto al 2013, il ministro Saccomanni ha molto probabilmente ragione e nel 2013 abbiamo pagato complessivamente all’incirca 3,7 miliardi in meno di tasse sulle abitazioni.
Per quanto riguarda le coperture dei tagli (e quindi della parte di Imu relativa alla prima casa ed abolita), il Consiglio dei Ministri ha previsto:
– copertura della prima rata tramite riduzione della spesa pubblica (art. 15), tassazione sui giochi e le imprese che ruotano sul gioco (in particolare la velocizzazione del pagamento della multa in sospeso di 2,5 miliardi di euro – art. 14) e Iva derivante dal pagamento di 10 miliardi di euro di debiti vantati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione (i dettagli si trovano nelle disposizioni in materia di copertura finanziaria e di entrata in vigore, da art. 12 a art. 16 del decreto legge n. 102 del 31 agosto 2013).
– copertura della seconda rata, con l’aumento delle imposte pagate dalle società per gli enti creditizi e finanziari, per la Banca d’Italia e per le società e gli enti che esercitano attività assicurativa (dettagli all’articolo 2 – si specifica che il medesimo articolo stabilisce al sesto comma eventuali misure aggiuntive in caso di insufficienza delle precedenti, tra cui l’aumento dal 2015 dell’accise sulla benzina e anticipi di imposta su Irap e Ires).
Saccomanni ha quindi complessivamente ragione quando parla di “copertura con anticipi d’imposta, con qualche ritocco sui bolli e sulle transazioni finanziarie, e con qualche primo taglio alle spese”. “Vero” per il ministro!
P.S.: precisiamo in primis che la riduzione delle tasse ha riguardato soltanto i pagamenti sulla prima casa, dei terreni agricoli e dei fabbricati rurali. In secondo luogo, seppur in assenza di dati ufficiali, con una riduzione della base imponibile così significativa (via il gettito da prima casa), è praticamente impossibile che il gettito 2012 sia maggiore del 2013, anche in presenza di un effetto compensativo da parte dei moltiplicatori.