Senza entrare troppo nel merito dell’effettivo funzionamento delle politiche regionali in tema di università (qui si può trovare un’eccellente panoramica), data la loro difficile valutazione, andiamo quantomeno a vedere i dati sulle immatricolazioni citati dal governatore Cota e scopriamo se ha ragione.


L’osservatorio sul Sistema Formativo Piemontese offre delle statistiche complete sull’andamento degli iscritti e degli studenti immatricolati negli atenei piemontesi a partire dal 2002/2003 fino al 2011/2012 (dati più recenti non sono ad oggi disponibili nemmeno sul sito del Miur). Come si evince dalla tabella qui riportata ed elaborata sui dati sopra citati, gli atenei piemontesi hanno avuto un andamento altalenante nel corso degli ultimi dieci anni, registrando un calo complessivo di 1.213 immatricolazioni.


Tuttavia, dal momento che Cota non specifica il periodo di riferimento, siamo andati anche a considerare l’arco temporale riferibile solamente al governo Cota (eletto il 29 marzo 2010). In questo caso le immatricolazioni mostrano un calo iniziale nel 2010 (-4.56), per aumentare nel 2011 (+6.65) e chiudersi con un saldo positivo per i due anni (+316). Da notare che l’aumento registrato tra l’anno accademico 2010/11 e il 2011/12 è il più alto negli ultimi 10 anni.



Probabilmente Cota cita l’andamento delle immatricolazioni negli atenei piemontesi a commento di questo articolo di Repubblica, che ha evidenziato l’allarmante diminuzione delle immatricolazioni a livello nazionale. Di conseguenza, siamo andati a controllare se davvero il Piemonte è in controtendenza rispetto ai dati italiani. In effetti la tabella sottostante, in cui sono riportate le statistiche del Miur, mette in evidenza il trend negativo delle immatricolazioni negli atenei italiani, con un calo delle iscrizioni pari a 28.720 immatricolati in meno negli ultimi 5 anni.



Un po’ generale l’affermazione di Cota, il quale non specifica il periodo di riferimento e ci lascia qualche dubbio. Il trend nazionale è negativo e i miglioramenti del Piemonte ancora troppo recenti e discontinui (un anno in aumento, un anno in calo) per poter essere considerati stabili. Il dato è tuttavia corretto con riferimento al suo periodo di governo e quindi si merita un “Vero”.


P.S.: per gli amanti del fact checking a 360 gradi, confermiamo i dati riportati dall’articolo di Repubblica sopra citato. Il numero di immatricolazioni tra il 2003/2004 – 2011/2012 è effettivamente dimuinuito di 59.170.