Tempo di bilanci per Matteo Salvini, leader della Lega Nord, che si è aggiudicata complessivamente il 6,15% dei voti alle europee. In Piemonte c’è stato davvero quasi un raddoppio rispetto alle elezioni politiche di febbraio del 2013? Sembrerebbe di no.
Secondo il Ministero dell’Interno alle europee del 25 maggio la Lega in Piemonte ha ottenuto 171.919 voti, ovvero il 7,64%. Alle politiche del 2013, invece, dobbiamo fare alcune distinzioni. Alla Camera, ad esempio, il Piemonte è diviso in due circoscrizioni. Nella circoscrizione Piemonte 1, la Lega si era aggiudicata 43.966 voti, pari al 3,26%. Nella circoscrizione Piemonte 2 aveva ottenuto 78.400 voti, pari al 6,44%. Considerando il risultato della Lega alla Camera nel suo complesso, il partito di Salvini aveva ottenuto 122.366 voti, pari al 4,77%, mentre al Senato, sempre in Piemonte prese 117.261 voti, per il 4,91% del totale.
Sembra dunque evidente che se guardiamo al Senato e confrontiamo il dato percentuale, la Lega è cresciuta del 56% e non quasi del 100%. Se guardiamo al numero effettivo di votanti, la Lega sarebbe cresciuta del 47%. Se facciamo lo stesso confronto con la Camera, sommando il numero di voti ottenuto nelle due circoscrizioni la Lega appare in rialzo del 40%. Paragonando le percentuali, invece, la Lega sarebbe più che raddoppiata rispetto al 3,26% della prima circoscrizione, ma avrebbe fatto poco meglio del 6,44% della circoscrizione Piemonte 2. Complessivamente, la Lega è passata dal 4,77% nel 2013 al 7,64% nel 2014, registrando un incremento del 60%.
Si può discutere sull’opportunità di comparazione tra appuntamenti elettorali molto diversi tra loro. In ogni caso, Salvini sostiene una tesi che non trova riscontro nei dati. Per quanto il risultato positivo della Lega in Piemonte non si possa ignorare, che il partito del Carroccio abbia quasi raddoppiato i propri consensi ci sembra un’esagerazione: “Nì”