Città metropolitane: una storia infinita tra Stato e autonomie locali, durata oltre 50 anni di dibattito e la cui parola “fine” potrebbe essere finalmente messa il prossimo primo gennaio.
Le ultime novità al riguardo, infatti, sono state introdotte dal decreto legge n. 95 del 2012 (convertito in legge, 7 agosto 2012, n. 135). L’articolo 18 del suddetto decreto prevede la costituzione obbligatoria dell’ente metropolitano per le aree di Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria a partire dal primo gennaio 2014, in sostituzione all’attuale ente provinciale. La loro costituzione era subordinata all’approvazione dello statuto metropolitano (entro il 31 ottobre 2013) da parte della conferenza metropolitana, organo costituente composto dal presidente della Provincia e dai sindaci dei vari Comuni coinvolti nel processo (art.18, comma 3-bis). La mancata approvazione del decreto sul riordino delle Province, nelle fasi finali del governo Monti, ha sospeso l’obbligo di approvazione dello statuto entro ottobre, anche se la data di entrata in vigore delle aree metropolitane è tutt’oggi valida e confermata (lo statuto sarà approvato 6 mesi dopo l’insediamento del Consiglio; durante la transizione si applicherà quanto stabilito dalla sopracitata legge n.135/2012 per il funzionamento dell’ente).
Ma come si stanno muovendo nel frattempo gli enti coinvolti nel processo? E’ possibile che Pisapia, quando si riferisce a Milano come “prima città metropolitana italiana”, ne faccia una questione temporale?
Come visto, si tratta di un’affermazione sicuramente sbagliata se pensiamo alla mera costituzione dell’ente metropolitano: quest’ultimo sarà istituito per legge in tutte le aree coinvolte il primo gennaio 2014. La situazione è diversa se considerassimo che Pisapia si riferiva all’approvazione dello statuto definitivo dell’area metropolitana: la sospensione dell’obbligo di approvazione entro ottobre ha, infatti, creato situazioni diverse a livello locale. I lavori di elaborazione dello statuto (e non solo!) sembrano essere stati rallentati a Napoli e Venezia, mentre proseguono a pieno ritmo, non solo a Milano, ma anche a Bologna, Genova e Torino (città storicamente impegnate nella realizzazione dell’area metropolitana – si vedano gli interventi dei rispettivi sindaci durante la conferenza sulle città metropolitane in occasione dell’Eurocities Economic Development Forum). Situazioni più incerte a Bari, Reggio Calabria, Firenze e Roma (per l’esistenza di Roma Capitale), dove la prospettiva dell’area metropolitana è un discorso più recente e non ancora completamente istituzionalizzato. Insomma: una Milano nel gruppo delle capofila, ma non la prima e non la sola!
E se Pisapia si fosse riferito a qualche altro primato? Per sciogliere i dubbi, abbiamo allargato il discorso andando a verificare la posizione dell’area metropolitana di Milano (qui fatta coincidere al territorio provinciale, in accordo alla legge 135/2012) in termini di Pil e Pil pro capite (dati dell’Istituto Tagliacarne – Unioncamere, 2009, aggiornati al 2011), superficie (Istat, 2012), popolazione (Istat, 2012) e numero di Comuni (Istat, 2012). Ebbene, in questo caso (i dati sono tutti consultabili in maniera interattiva qui), Milano risulta la prima area metropolitana d’Italia solamente per Pil e Pil pro capite. Torino è la più grande per superficie e per numero di Comuni; Roma per popolazione residente.
Una Milano certamente tra le prime città metropolitane, ma non in modo assoluto: un’affermazione del genere rischia di apparire troppo soggettiva. Pisapia dovrà accontentarsi di un “Nì”.