Laura Boldrini, alla prova del tasso di attività femminile in Italia, cita dati leggermente imprecisi ma fondamentalmente corretti. Secondo i più recenti dati Istat sul tasso di attività (destagionalizzato) in Italia, nell’ultimo trimestre del 2012 il tasso di attività femminile era pari al 53,9%. Il dato era del 52,2% a fine 2011, ed è di ben venti punti percentuali minore al tasso di attività maschile. La Boldrini sembra quindi sottostimare di poco il tasso di attività femminile.
E’ anche vero che si tratta di un dato tra i più bassi in Europa. Eurostat riporta il tasso di attività femminile nei 27 Paesi membri dell’Unione Europea aggiornato al terzo trimestre del 2012, ed il quadro è effettivamente sconsolante. Siamo penultimi in Europa: solo Malta fa peggio. Lontani anni luce i Paesi nordici, primi della classe con tassi superiori al 70%, come si può vedere dal grafico che abbiamo elaborato qui sotto. La lieve discrepanza tra il dato Eurostat (52,7%) e quello Istat (53,6%) per lo stesso trimestre (T3 2012) è dovuto al fatto che i dati Eurostat non sono destagionalizzati. Visto che la Boldrini ha fatto un confronto europeo è quindi probabile che si riferisse a questi dati qui piuttosto che a quelli più aggiornati e destagionalizzati dell’Istat.
L’ex portavoce dell’Unhcr indica giustamente un tasso di attività molto basso in Italia, e sbaglia di 0,7 punti nel riportare la percentuale citata. Un’imprecisione troppo lieve per non meritare il massimo dei voti: triste, ma “Vero”.