Alessandro Di Battista si lancia in uno dei più diffusi stereotipi italiani dopo la pizza e il mandolino: la corruzione. L’esponente pentastellato sostiene che l’Italia sarebbe uno dei più corrotti Paesi d’Europa, secondo quanto affermato da Transparency International (l’esponente grillino è decisamente migliorato rispetto a quando
citava Wikipedia come fonte per le sue dichiarazioni). Vediamo di capire prima a chi si riferisce e poi se ha davvero ragione.
Che cos’è Transparency International?
Transparency International è un’
organizzazione non governativa, apartitica e totalmente indipendente la cui missione è promuovere trasparenza, accountability, giustizia e democrazia. E’ famosa per aver sviluppato l’Indice di corruzione percepita – Corruption Perceptions Index (CPI), ossia una lista comparativa della corruzione in tutto il mondo che viene aggiornata e pubblicata ogni anno. E’ opportuno fare una considerazione preliminare: come testimonia il nome stesso, questo indice viene elaborato semplicemente prendendo un campione statistico di persone e chiedendo loro quanto ritengono che sia grave la corruzione delle istituzioni pubbliche nel loro Paese. Non si può quindi attribuire a questo indice la capacità di determinare scientificamente il livello di corruzione di un Paese, e per questo motivo è stato più volte criticato. Insomma, il lavoro di Transparency International è importante ma va sottolineato che non stiamo parlando di una misurazione oggettiva della corruzione.
L’Italia secondo Transparency International
Per ogni paese, Transparency International stila un’analisi generale del livello di corruzione nei diversi settori.
L’Italia risulta essere lacunosa, tra le altre cose, in quanto a indipendenza del parlamento rispetto al potere esecutivo, e finanziamento dei partiti politici. Ad ogni modo, Di Battista nella sua dichiarazione fa riferimento specificamente alla posizione italiana nell‘Indice di Corruzione. Transparency International distingue tra paesi facenti parte dell’UE o dell’Europa occidentale rispetto a quelli dell’Europa Orientale. Se consideriamo la prima categoria, come dimostra il grafico qui sotto, Di Battista ha pienamente ragione: l’Italia è il fanalino di coda assieme a Bulgaria, Grecia e Romania.
La situazione cambia di molto se invece consideriamo l’intera Europa continentale. Riportiamo la mappa interattiva di Transparency International. Passando il mouse sopra ai diversi paesi si può visualizzare il loro punteggio. Basta “sorvolare” sopra l’Ucraina, la Bosnia, la Moldavia o l’Albania per rendersi facilmente conto che in altre parti d’Europa la situazione è ancora peggiore.
Il Verdetto
Se avesse specificato il riferimento alla sola Unione Europea, Alessandro Di Battista avrebbe senza dubbio portato a casa il “Vero” targato Pagella Politica. Nella sua dichiarazione, però, l’esponente pentastellato parla di Europa, e guardando alla fonte da lui stesso correttamente citata, vediamo che nel vecchio continente c’è anche chi se la passa peggio di noi: “C’eri Quasi”!