A “Piazza Pulita” Oscar Giannino sottolinea l’importanza di una riforma del diritto fallimentare italiano e loda il corrispondente modello americano.
Negli Stati Uniti il diritto fallimentare è regolato dal Bankruptcy Code del 1978. Il Codice fallimentare statunitense prevede diverse procedure fallimentari, a seconda delle caratteristiche economiche e strutturali del debitore e dei creditori (per maggiori dettagli si veda qui). Qui ci concentriamo su una di queste, a cui allude Giannino nella dichiarazione (ne fa esplicito riferimento pochi secondi dopo nel video): quella prevista dal Chapter 11 del codice fallimentare, volto alla riorganizzazione della situazione finanziaria del debitore.
Il Chapter 11 dà la possibilità all’imprenditore in crisi di avviare volontariamente la procedura fallimentare, mantenendo la gestione dell’impresa (sotto la supervisione del giudice competente) e predisponendo un nuovo piano industriale e finanziario che dovrà essere approvato da una maggioranza qualificata dei creditori. Come spiega anche Il Sole 24 Ore, il Chapter 11 è volto al soddisfacimento dei creditori, ma contemporaneamente alla conservazione dell’attività dell’impresa in crisi. Per cui durante la procedura il debitore mantiene il possesso dei propri beni e i creditori non possono aggredire tali beni. Ottenuta l’approvazione del giudice e il voto favorevole dei creditori al piano, l’imprenditore potrà a quel punto riemergere dalla procedura. I casi di società statunitensi che hanno fatto ricorso alla procedura di cui al Chapter 11 sono tutt’altro che infrequenti: tra i più recenti, basta citare le procedure che hanno coinvolto Chrysler, Kodak e American Airlines.
Il Chapter 11 statunitense ha recentemente ispirato anche il nostro legislatore. Il decreto legge n. 83 del 2012 (il cosiddetto Decreto Sviluppo) ha modificato in alcuni punti la normativa fallimentare italiana, ad esempio nelle procedure di concordato preventivo (per maggiori dettagli rimandiamo a questo articolo del Sole 24 Ore). Tali modifiche, per quanto entrate in vigore da qualche mese, sembra stiano avendo un riscontro significativo.
Insomma, linguaggio non proprio tecnico per Giannino ma il ragionamento è sostanzialmente corretto: “Vero”!