L’Italia è alla guida dell’Unione Europea per un semestre e il ministro Padoan passa in rassegna i dati principali sullo stato della nostra economia in confronto al resto dell’Ue. Tra questi, quello che permette il confronto più lusinghiero per il nostro Paese è probabilmente il livello dell’avanzo primario, ovvero il differenziale tra entrate e uscite al netto delle spese per interessi. A causa di un debito molto alto, l’Italia paga annualmente decine di miliardi di euro in interessi (un tema che molti politici da noi monitorati amano sottolineare), senza i quali avremmo i conti in equilibrio.



Per vedere se il nostro surplus primario è davvero il più alto dell’Unione Europea sfruttiamo i dati 2013 e le previsioni 2014 contenute nel rapporto “Spring Forecast” della Commissione Europea pubblicato il 5 maggio scorso. Effettivamente per quanto riguarda il 2013 l’Italia risulta essere il primo Paese, con un avanzo primario pari al 2,3% del Pil, di poco superiore al 2,2% raggiunto dalla Germania.

La situazione si complica solo leggermente per il 2014 quando l’Italia dovrebbe registrare un aumento dell’avanzo primario, che raggiungerebbe così il 2,7% del Pil, continuando ad essere migliore del dato tedesco (+2,1%). Tuttavia, come si può vedere nella tabella della Commissione e nel grafico riportato in basso, si prevede un exploit da parte di due Paesi che supereranno l’Italia in termini di avanzo primario: la Polonia (passando da -1,8% a +7,2%) e la Grecia (da -8,8 a +2,7). Sottolineiamo che però si tratta di due casi “anomali”. La Polonia ha recentemente modificato la contabilità dei suoi fondi pensionistici creando un forte, seppur controverso, miglioramento dei propri conti pubblici (si veda qui e qui per maggiori informazioni). L’avanzo primario greco è stato oggetto di una controversa reinterpretazione statistica, che ha visto escludere alcune voci di spesa dal conto finale (si veda quest’articolo del Wall Street Journal per un riassunto della situazione). Insomma, i risultati di Polonia e Grecia sono frutto di circostanze particolari e quindi non propriamente confrontabili con il surplus primario italiano.



“Vero” quindi per Padoan sia che si guardi al 2013, sia che si faccia affidamento alle previsioni per il 2014.