Luigi Di Maio, cogliendo l’occasione della diffusione dei nuovi dati da parte dell’Istat, getta luce sul livello di povertà in Italia.
I dati più aggiornati sull’incidenza della povertà sono raccolti nel recente rapporto Istat “La povertà in Italia” (per scaricare il rapporto cliccare su “Testo integrale” nella colonna di destra).
La prima parte del rapporto (pagina 2) è dedicata all’incidenza della povertà relativa, ovvero la percentuale di famiglie e persone povere “calcolata sulla base di una soglia convenzionale (linea di povertà) che individua il valore di spesa per consumi al di sotto del quale una famiglia viene definita povera in termini relativi”. Al 2013, gli individui in condizione di povertà relativa sono 10 milioni 48 mila (16,6% dell’intera popolazione).
A pagina 8 del rapporto sono invece presentati i dati sull’incidenza della povertà assoluta, “calcolata sulla base di una soglia di povertà corrispondente alla spesa mensile minima necessaria per acquisire il paniere di beni e servizi che, nel contesto italiano e per una determinata famiglia, è considerato essenziale a uno standard di vita minimamente accettabile”. Come correttamente sostenuto da Di Maio, nel 2013 gli individui in condizione di povertà assoluta sono 6 milioni e 20 mila individui (il 9,9% dell’intera popolazione).
Sempre nella stessa pagina del rapporto vediamo che sono 6 milioni e 20 mila le persone in povertà assoluta, 1 milione 206 mila persone in più rispetto all’anno precedente e che circa un milione e mezzo (esattamente 1 milione 434 mila) sono sono i minori, dunque bambini e adolescenti.
Dunque Di Maio riporta correttamente dati a dir poco allarmanti sulla povertà in Italia. “Vero”!