Matteo Renzi nel suo discorso in parlamento torna sul tema caldo di questi mesi: la disoccupazione.



Qui i dati da verificare sono due: i +83 mila occupati rispetto a giugno 2013, e il “sostanziale raddoppio” della disoccupazione negli ultimi 6 anni dal 7 al 12,6 (sorvoleremo per il bene del Premier sul fatto che 12 non sia il doppio di 7).



Il primo dato è già stato verificato da Pagella Politica nelle scorse settimane. Matteo Renzi sbaglia: non si può certamente dire che tra giugno 2013 e giugno 2014 ci sia stato un aumento degli occupati di 83 mila unità. Come ci dice l’Istat, il dato è tutt’altro che positivo: A luglio 2014 gli occupati sono 22 milioni 360 mila, in diminuzione dello 0,2% rispetto al mese precedente (-35 mila) e dello 0,3% su base annua (-71 mila)”.



A giugno 2013 gli occupati in Italia erano 22 milioni e 406 mila, un dato superiore a quello di giugno 2014, quando le persone con lavoro erano 22 milioni e 395 mila. Il Premier Renzi si confonde con il dato dei nuovi rapporti di lavoro, che è di fatto cresciuto di 80 mila unità. A essere precisi c’è stato un +80.590 rapporti di lavoro rispetto al II trimestre del 2013 (+3,1%). Come abbiamo già spiegato nella precedente e succitata analisi, instaurare un nuovo rapporto di lavoro non vuole necessariamente dire che si passa da essere disoccupati a occupati.



Mentre sulla prima parte della dichiarazione il Premier Renzi prende un bell’abbaglio, i dati che riporta in merito alla seconda parte sono molto precisi. L’ultima serie storica pubblicata dall’Istat ci dice che 6 anni fa (2008) la disoccupazione era intorno al 7%, mentre quella attuale è effettivamente del 12,6%.



Una bella balla, e una dichiarazione vera: “Nì” al fact-checking per Renzi.