Con un tweet piuttosto categorico Brunetta interviene nell’infinita diatriba sui dati del lavoro. Pagella Politica va ad indagare.



I dati



Gli ultimi dati Istat sull’occupazione sono stati pubblicati il 7 gennaio scorso e sono relativi al mese di novembre 2015. Gli occupati in quel mese erano 22 milioni e 480 mila mentre circa un anno prima (il Jobs Act è diventato legge nel dicembre 2014) se ne sono registrati 22 milioni e 356 mila. In questi undici mesi si sono quindi registrati 124 mila occupati in più.



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Effetto Jobs Act?



Una questione diversa è capire se l’aumento dell’occupazione sia da attribuirsi al Jobs Act. Il Jobs Act non è l’unica misura governativa che ha inciso sul mercato del lavoro. Con la Legge di Stabilità 2015, infatti, sono stati introdotti importanti sgravi contributivi con cui lo Stato si fa carico per tre anni dei contributi previdenziali per i nuovi assunti a tempo indeterminato nel corso del 2015 (i dettagli sono esposti in questa circolare Inps). Con il nuovo anno la Legge di Stabilità 2016 ha ridotto sensibilmente la decontribuzione.



“L’effetto Jobs Act” rimane ancora discusso, anche in modo acceso (si veda questo scambio tra diversi economisti tra cui Riccardo Puglisi dell’Università di Pavia, Tommaso Monacelli della Bocconi e Luigi Marattin dell’Università di Bologna). Le diverse analisi che sono state pubblicate nelle ultime settimane sono molto caute nell’attribuire effetti al Jobs Act, sottolineando piuttosto il peso delle decontribuzioni (si veda ad esempio questo bilancio pubblicato su LaVoce.info dall’occupazione nel 2015).



Ai primi di dicembre del 2015 i ricercatori Marta Fana (SciencesPo, Parigi), Dario Guarascio e Valeria Cirillo (Sant’Anna, Pisa) hanno pubblicato un working paper sugli effetti del Jobs Act sul mercato occupazionale italiano. Gli autori concludono che “il Jobs Act sembra non avere efficacia in termini di quantità, qualità e durata dei posti di lavoro creati dalla sua introduzione”.



Avevamo parlato di un altro elemento per valutare i meriti del Jobs Act lo scorso ottobre, quando la Banca d’Italia, nel suo bollettino trimestrale, aveva analizzato i dati relativi al Veneto per i primi quattro mesi del 2015.



Bankitalia concludeva che oltre il 90% delle nuove assunzioni fosse dovuto al miglioramento del ciclo economico (per il 75%) e agli sgravi contributivi approvati con la Legge di Stabilità 2015 (per un ulteriore 15% circa). Il Jobs Act avrebbe pesato solo per meno del 10% dei posti di lavoro creati nella regione. La Banca d’Italia concludeva che queste osservazioni si potessero verosimilmente applicare in tutta Italia, anche se sottolineava la necessità di ricerche aggiuntive.



Il verdetto



E’ vero che dalle analisi disponibili sembra mancare un chiaro nesso causale tra il Jobs Act e l’aumento dell’occupazione. Tuttavia, quando Brunetta afferma che “non ci sono stati nuovi posti di lavoro”, presenta un quadro della realtà piuttosto fuorviante: dall’approvazione del Jobs Act ci sono circa 120 mila occupati in più. “Pinocchio andante” per Brunetta.