Con il ministro Bonino agli Affari Esteri, la cooperazione allo sviluppo torna ad essere un tema dibattuto. A quanto ammonta il contributo italiano in materia? Gli ultimi dati Ocse disponibili per l’Italia sulla cooperazione allo sviluppo sono riferiti all’anno 2012, e raffigurano una realtà abbastanza simile a quella descritta nella prima parte della dichiarazione del ministro Bonino: 2.639 milioni di dollari è la spesa per l’Italia nel 2012, pari allo 0,13% del Pil. Rispetto all’anno precedente, si nota un netto calo, dato che la spesa in aiuti nel 2011 era stata di 4.326 milioni di dollari, equivalente allo 0,2% del Pil. La diminuzione risulta ancora più significativa se comparata con il dato aggregato dei 25 Paesi facenti parte del Development Assistance Committee (Dac) dell’Ocse. Qui la percentuale sul Pil degli aiuti allo sviluppo è passata dallo 0,31 allo 0,29%.
In linea con quanto affermato dalla Bonino, ad inizio 2013, Il ministro per la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione, Andrea Riccardi, sottolineava come, per quest’anno, i fondi per la cooperazione raggiungeranno la soglia dello 0,16% del Pil. Questo dato è confermato dal report Ocse del 4 aprile 2013.
Per quanto riguarda, invece, il target dello 0,3% per il 2017, il numero è ribadito dalle press release del Ministero. In ogni caso si tratta di un numero molto distante dal target posto dalle Nazioni Unite, lo 0,7% del Pil, anche se permetterebbe all’Italia di allinearsi con la media Ocse.
Riassumendo, i dati danno ragione alla Bonino, con qualche leggera imprecisione: si passa dallo 0,13% (non 0,12%) allo 0,16% (non 0,15%), allo 0,3%: di fatto l’aumento è lo stesso citato dal ministro. Pagella Politica le riconosce un meritato “Vero”.
Prima di chiudere, facciamo qualche breve accenno al quadro giuridico entro cui la cooperazione allo sviluppo si muove, per meglio comprendere la questione. Il finanziamento della cooperazione allo sviluppo ha un costo fisso standard stabilito dalla legge n. 49 del 26/2/1987 e dal relativo regolamento esecutivo (dpr n. 177 del 12/4/1988), che contiene i principi su cui si basa la politica di cooperazione allo sviluppo italiana: l’ammontare è salito quest’anno grazie all’inserimento nel bilancio dello Stato delle misure rintracciabili al Capo II, artt. 5 e 6 del decreto legge 28.12.2012 n. 227, apparso in Gazzetta Ufficiale il 28.12.2012. Come sottolinea il ministro Bonino durante la comunicazione da cui è tratta la dichiarazione (qui potete trovare il resoconto stenografico), “[…] con l’aiuto del parlamento, il governo ha cercato di intervenire attraverso decreti di proroga per le missioni internazionali che, fortunatamente, hanno sempre operato anche per la cooperazione allo sviluppo, che è risultata estremamente utile ed ha trovato il gradimento di tutte le controparti”.
Per un’analisi più generale in materia, si veda questo articolo apparso su Affarinternazionali e i relativi articoli collegati.
(Si ringrazia Dario Sabbioni per questa analisi)