Matteo Salvini, ospite a Omnibus su La7, si riferisce al decreto legge presentato dal ministro della Giustizia Orlando, nei confronti del quale era montata la protesta già nei banchi della Camera da parte dei leghisti
Il decreto in questione è ormai stato convertito legge e pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’11 agosto scorso. Stiamo parlando del tentativo del governo di porre un limite alle innumerevoli infrazioni da parte del nostro Paese dell’articolo 3 della Convenzione Europea per i Diritti Fondamentali dell’Uomo. La norma proibisce la tortura e, in maniera particolare, qualsiasi pena o trattamento inumano e degradante.
Salvini sostiene che la Camera abbia dato il suo via libera a un risarcimento di 8 euro ai detenuti per ogni giorno di maltrattamento in cella. Per vedere se si tratta di una panzana o meno, andiamo a verificare il testo del decreto in oggetto
Il 24 luglio – tecnicamente il giorno stesso e non il giorno prima come dice Salvini – la Camera dei deputati ha approvato il testo del provvedimento. L’articolo in questione è il primo, specificatamente il comma 2, che dice: “[…] il magistrato di sorveglianza liquida altresì al richiedente, in relazione al residuo periodo e a titolo di risarcimento del danno, una somma di denaro pari a euro 8,00 per ciascuna giornata nella quale questi ha subito il pregiudizio”.
Il testo prevede che un detenuto che abbia subito un trattamento non conforme alla succitata Convenzione ha diritto a una riduzione di 1 giorno di pena per ogni 10 in cui è avvenuta la violazione (articolo 1 comma 1). Per colore i quali non si trovano più in stato di detenzione (quindi non carcerati) è previsto un risarcimento di 8 euro per ogni giornata trascorsa in condizioni inumane o degradanti.
Il leghista è un po’ impreciso in quanto il risarcimento degli 8 euro non è per i carcerati, ma per coloro che hanno già terminato la loro pena. Per dirla in maniera diretta, non stiamo dando soldi a chi sta in prigione, ma a chi ha già terminato la pena. Salvini “C’eri quasi”!