Di cosa parla esattamente Beppe Grillo in questa dichiarazione? E perché cita proprio la cifra particolare di 98 miliardi?
Se il leader del M5S si riferisce all’evasione fiscale in generale e la cifra è stata quantificata in questi termini, il discorso può anche avere un senso: Grillo non è l’unico a puntare sul recupero dell’evasione come “leva” fiscale, lo stesso Monti parlò di una vera e propria “guerra”.
Trattandosi di soldi “evasi”, tuttavia, non si hanno a disposizione, naturalmente, né stime precise né aggiornate. Il primo dato da cui possiamo partire è l’economia sommersa, le elusioni fiscali di compravendita e pagamenti. Il sommerso in Italia ammonta a 255-275 miliardi di euro (pag. 8). Il mancato introito per l’erario è, quindi, di 100-120 miliardi di euro (di cui circa 40-50 miliardi da evasione Iva e Irap), come confermato anche dall’Istat (vedere il sintetico rapporto Istat sul sommerso, a pagina 12, di cui abbiamo già parlato su questo sito in questa dichiarazione).
Più realisticamente, Grillo vuole forse parlare del famoso caso della presunta “evasione” di 98 miliardi di euro (ecco da dove arriva la cifra!) attribuito ai principali gestori di slot machines? Pagella Politica anche in questo caso non si è fatta trovare impreparata e ha pubblicato un’analisi in questi giorni relativamente al caso dei videopoker. Beppe Grillo riporta un dato che ha davvero dell’incredibile. Alcune società del settore del gioco d’azzardo hanno, effettivamente, ricevuto una richiesta di danni da parte dell’erario per un importo vicino ai 98 miliardi di euro, come riportato da diversi quotidiani. Non si tratta precisamente di una “evasione”, quindi, ma di un “risarcimento a causa dell’evasione”, scoperto per primo dal quotidiano ligure nel 2007.
Il punto è, però, un altro: questi soldi sono recuperabili o no? Sono impiegabili per attuare il programma di Grillo? La risposta è molto ambigua e difficile da dare. Un giudizio in primo grado c’è stato, ma la cifra del risarcimento è molto minore rispetto a quella richiesta, attestandosi soltanto intorno ai 2.5 miliardi di euro. Come già rilevato in precedenza, infatti, il pomo della discordia è la valutazione di “un’ora di evasione”: la penale prevista era di 50 euro/ora prima del 2008, poi abbassata a 5 centesimi. Valutazione totalmente “folle”? Da parte di chi? Non sta a noi di Pagella Politica dirlo, ma sicuramente, con una tale divergenza di punti vista, sarà molto difficile recuperare i 98 milliardi di euro previsti inizialmente, già ridotti dal calcolo della Corte dei Conti a 89.
Ricapitolando, la richiesta inziale del Pm è stata di 98 miliardi ma per ora ci si è accordati su 2,5 miliardi – secondo valutazioni che sembrano ancora tutte da discutere, come abbiamo spiegato in un nostro precedente articolo sul tema. Basare un programma e un salario minimo garantito di cittadinanza su un provvedimento del genere (che garantirebbe, peraltro, un’entrata una tantum a fronte di spese annuali stimate a circa 8-10 milidiardi di euro solo per un reddito minimo di 500 euro, come riportato da questo bell’articolo di T.Boeri e R.Perotti su LaVoce) non offre grandi certezze.
Quindi, se parliamo di “evasione fiscale” tout court, 98 miliardi di euro non sembrano una cifra del tutto insensata, e Grillo potrebbe avere ragione. Probabilmente, però, Grillo intende parlare del caso “slot machines”: qui non parliamo di soldi propriamente “evasi”, così come le cifre realmente recuperabili sono molto minori dei 98 miliardi di cui si era parlato inizialmente.
L’Italia è campione di sprechi, ma pensare di attuare programmi elettorali e effettuare roboanti iniziative di welfare con i suddetti 98 miliardi ci pare un po’ azzardato. Tuttiavia, se si vuole portare avanti un discorso “forte” sull’evasione fiscale, i soldi potrebbero anche bastare, contando che nel 2012 sono stati recuperati ben 12 miliardi di euro e nel 2011 perfino 12,7 (come ricordato recentemente da Attilio Befera, direttore generale dell’Agenzia delle Entrate). In ogni caso, un numero corretto e qualche conclusione fuorviante, portano ad un bel “Ni” neutrale per Grillo!