***AGGIORNAMENTO ORE 10:18 DEL 9 LUGLIO 2015***



Questa analisi si affidava inizialmente solo ai dati Istat sulla povertà che come si vedrà sono alquanto distanti dai numeri di Berlusconi. In successive verifiche ci siamo imbattuti nell’audizione del presidente Inps Tito Boeri in cui presentava dati più aggiornati di quelli dell’Istat e che sono molto più prossimi a quelli di Berlusconi. Abbiamo quindi modificato il verdetto da “Nì” a “C’eri quasi”. Ci scusiamo vivamente con i lettori per l’errore commesso.



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Dal suo profilo Twitter Silvio Berlusconi sostiene che i poveri siano aumentati, fino a raggiungere l’impressionante numero di 14 milioni. Ma è davvero così?



Quanti sono i poveri in Italia?



Quando si parla dell’incidenza della povertà, i dati più recenti si ritrovano nel rapporto Istat “La povertà in Italia”, pubblicato nel luglio del 2014.



Il rapporto dedica una sezione all’incidenza della povertà relativa nel 2013 (pagina 2), ossia la percentuale di famiglie e persone povere “calcolata sulla base di una soglia convenzionale (linea di povertà) che individua il valore di spesa per consumi al di sotto del quale una famiglia viene definita povera in termini relativi. La soglia di povertà relativa per una famiglia di due componenti è pari alla spesa media mensile per persona nel Paese, che nel 2013 è risultata di 972,52 euro. Secondo l’Istat gli individui in condizione di povertà relativa sono il 16,6% dell’intera popolazione, che in valori assoluti equivale a 10 milioni 48 mila persone.



Povertà relativa Italia



Dati più recenti



Quelli che abbiamo visto sopra sono i dati disponibili al pubblico più recenti, che tuttavia si riferiscono al 2013. Da allora sembra che il numero di poveri sia aumentato ulteriormente. Come ha riportato il presidente dell’Inps Tito Boeri durante un’audizione alla Camera lo scorso maggio, “il dato più grave di questa crisi è legato a quello che è successo in merito alla povertà, laddove abbiamo avuto un aumento dell’incidenza della povertà di circa un terzo. […] Nel giro di sei anni, le persone che si trovano in tale condizione sono passate da 11 a 15 milioni”. Non troviamo sul sito Inps dettagli aggiuntivi su questi dati (in particolare la loro relazione a quelli Istat) ma considerando che il tweet di Berlusconi risale a pochi giorni dopo l’audizione di Boeri, è possibile che il riferimento fosse a questa.



Il verdetto



I numeri di Berlusconi non trovano riscontro nei dati ufficiali Istat, relativi al 2013. Diamo però “C’eri quasi” all’ex-premier perché la sua affermazione è simile a quello che ha riportato il Presidente dell’Inps Tito Boeri durante un’audizione tenutasi qualche giorno prima del suo tweet.