Lo scorso 28 maggio, a Roma, si sono dati appuntamento il neo ministro per la Coesione Territoriale, Carlo Trigilia, e il commissario dell’Unione Europea alle Politiche Regionali, Johannes Hann. Durante l’incontro è stato affrontato il tema dei fondi strutturali europei, da sempre considerati uno strumento di sviluppo a disposizione degli Stati membri, tramite quote dedicate alle singole Regioni. Attualmente assistiamo alla fase conclusiva della programmazione 2007-2013, e a quella negoziale della fase successiva, 2014-2020. I fondi europei vengono utilizzati per una moltitudine di finalità, dall’inclusione sociale alla creazione dei posti di lavoro, passando per l’integrazione delle politiche comunitarie. Proprio grazie al ciclo scorso, e al Quadro Strategico Nazionale 2007-2013, scopriamo che i fondi in questione si dividono in due tipi: i fondi strutturali derivanti dall’Unione Europea, e quelli frutto di un cofinanziamento nazionale (pag. 236).
Nell’incontro di Roma, i due interlocutori si sono dedicati al caso Italia, uno dei pochi Paesi che rischia di non riuscire a utilizzare tutti i fondi Ue a lei indirizzati, trovandosi, quindi, nella spiacevole condizione di doverli restituire. Ma quale iter prevede la procedura? Ogni Paese assegna, tramite bandi, determinate quote ai singoli progetti, i quali dovranno essere accompagnati da una specifica rendicontazione che dimostri le spese sostenute. La presentazione della rendicontazione è considerata necessaria per ricevere effettivamente i fondi vinti. Dal comunicato del Ministero per la Coesione Territoriale, apprendiamo che il caso italiano è oggetto di grossa preoccupazione da parte del ministro Trigilia e dal commissario Hann: a detta loro occorre un’ulteriore accelerazione per utilizzare i circa 31 miliardi che ancora sono disponibili. Fondi che andrebbero spesi entro il 2015, per progetti da presentare entro la fine dell’anno.
I fondi strutturali da sempre rappresentano una grande opportunità per l’Italia, ma spesso vengono utilizzati in maniera sbagliata come, per esempio, quando vengono destinati a progetti che non vedranno mai la luce. Per maggiori informazioni su come vengono utilizzate le risorse europee, vi consigliamo il sito OpenCoesione in cui viene offerta una prospettiva geografica dei fondi stanziati in Italia.
Nota amara a parte, il presidente del Senato non sbaglia i dati, e guadagna un “Vero” da Pagella Politica.
P.S.: per conoscere meglio lo stato d’attuazione dei fondi e capire in dettaglio lo sviluppo del prossimo ciclo programmatico, vi consigliamo il Rapporto Strategico Nazionale 2012 del Ministero per lo Sviluppo.