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È vero che ai giovani va solo il 5 per cento della legge di Bilancio?

| 29 dicembre 2022
La dichiarazione
«La legge di Bilancio destina solo il 5 per cento delle risorse disponibili ai giovani di età compresa fra i 16 e i 35 anni e a misure idonee a incidere direttamente sul divario generazionale»
Fonte: Camera | 23 DICEMBRE 2022
ANSA
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Verdetto sintetico
La percentuale citata dal deputato di Più Europa è attendibile.
In breve
  • La fonte è il Consiglio nazionale dei giovani che ha individuato nella legge di Bilancio una serie di misure “generazionali” o “potenzialmente generazionali” per un valore complessivo di poco superiore ai 2 miliardi di euro. TWEET
Il 23 dicembre, prima dell’approvazione della legge di Bilancio alla Camera, il deputato di Più Europa Riccardo Magi ha dichiarato in aula che il provvedimento destina ai giovani «solo il 5 per cento delle risorse disponibili». Secondo Magi, in questo 5 per cento rientrerebbero anche le misure considerate «idonee a incidere direttamente sul divario generazionale», ossia la disparità che i giovani hanno in termini di indipendenza economica rispetto alle generazioni precedenti.

Abbiamo verificato e la percentuale citata da Magi è attendibile.

I giovani nella legge di Bilancio

Il disegno di legge di Bilancio per il 2023 è stato approvato giovedì 29 dicembre dal Senato: visto il poco tempo a disposizione, i senatori sono stati costretti a dare il via libera allo stesso testo approvato dalla Camera il 24 dicembre, senza la possibilità di modificarlo. La legge di Bilancio è composta da 21 articoli, ma l’articolo 1 è composto da 903 commi, dove sono confluite tutte le modifiche apportate dalla Commissione Bilancio al testo presentato in Parlamento a fine novembre. Gli altri articoli contengono le previsioni di spesa dei ministeri per i prossimi anni.

Da dove viene il «5 per cento» citato da Magi alla Camera? Con tutta probabilità, la fonte di questa percentuale è il Consiglio nazionale dei giovani (Cng), un organismo consultivo istituito nel 2018, cui è stata demandata la rappresentanza dei giovani nell’interlocuzione con le iistituzioni per le politiche che riguardano il mondo giovanile. Il suo interlocutore principale è il Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile della Presidenza del Consiglio dei ministri.

Il 9 dicembre il Consiglio nazionale dei giovani ha pubblicato una nota tecnica in cui ha calcolato che il disegno di legge di Bilancio per il 2023, all’epoca all’esame della Camera, stanzia 2 miliardi e 35 milioni di euro per «innovazioni legislative» destinate ai giovani. Sui «36-37 miliardi» di euro complessivi di risorse della legge di Bilancio, stiamo dunque parlando del «5,58 per cento», una percentuale leggermente più alta di quella indicata da Magi. La percentuale scende al 5,2 per cento, come sottolineato dallo stesso Consiglio in un articolo sul suo sito, se si considera la stima di Banca d’Italia, secondo cui le risorse usate dalle legge di Bilancio si aggirano intorno ai 39 miliardi. 

«Si rilevano quattro misure generazionali per i giovani, ossia provvedimenti idonei a incidere direttamente sul divario generazionale in quanto rivolti esclusivamente ai giovani – spiega la nota del Cng – e quattro misure potenzialmente generazionali per i giovani, ossia misure che sono destinate “principalmente e non esclusivamente” a giovani tra i 16 e i 35 anni». In termini economici, secondo il documento poco più di 881 milioni di euro sono destinati a misure generazionali per i giovani, mentre oltre un miliardo e 154 milioni di euro sono stanziati per misure potenzialmente generazionali per i giovani.

La nota contiene un allegato dove sono analizzate le singole misure destinate ai giovani, con gli stanziamenti contenuti nel disegno di legge di Bilancio prima che fosse modificato in Commissione Bilancio della Camera e poi approvato dall’aula. 

Tra le misure considerate “generazionali”, per il 2023 ci sono 562,1 milioni di euro destinati al rifinanziamento del Fondo garanzia per la prima casa e l’esenzione di alcune imposte nell’acquisto dell’abitazione (provvedimenti rimasti anche nel testo approvato dal Senato); 319,3 milioni di euro per l’esonero dei contributi per chi assume giovani under 36 (presenti anche nel testo definitivo); e 250 milioni di euro per l’incremento, nel 2024 e 2025, del fondo per le borse di studio (presente anche nel testo finale). In questa categoria rientra anche una misura per la promozione delle discipline Stem (dall’inglese science, technology, engineering e mathematics), coperta però dalle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). 

Tra le misure considerate “potenzialmente generazionali”, ci sono 215 milioni di euro per l’abbassamento al 5 per cento dell’aliquota Iva per i prodotti dell’infanzia e per l’igiene intima femminile (presenti anche nel testo finale); 821,2 milioni di euro per l’incremento dell’assegno unico universale (rimasti nel testo definitivo); e 117 milioni per il potenziamento del congedo parentale (presenti nel testo approvato dal Parlamento).

Il verdetto

Secondo Riccardo Magi, la legge di Bilancio destina solo il 5 per cento delle risorse a misure per i giovani e per colmare il divario generazionale. Abbiamo verificato e questa percentuale è attendibile.

La fonte è il Consiglio nazionale dei giovani che ha individuato nella legge di Bilancio una serie di misure “generazionali” o “potenzialmente generazionali” per un valore complessivo di poco superiore ai 2 miliardi di euro.

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