Fassino mescola un po’ le carte in tavola, unendo in un unico conteggio asili nido e scuole materne, conteggi che l’Istat tiene invece separati.


Come dimostrato in questa indagine Istat, gli utenti degli asili nido sono passati dal 9,0% dei bambini residenti tra zero e due anni nell’anno scolastico 2003/2004, all’11,8% del 2010/2011. Bisogna aggiungere al computo, i servizi integrativi o innovativi per la prima infanzia, che comprendono i “nidi famiglia”, ovvero servizi organizzati in contesto familiare, con il contributo dei Comuni e degli enti sovracomunali. Nel 2010/2011 il 2,2% dei bambini tra zero e due anni ha usufruito di tale servizio. Complessivamente, dunque, risulta pari al 14% la quota di bambini che si avvale di un servizio socio-educativo pubblico. Precisiamo che i dati qui citati sono riferiti ai soli utenti delle strutture comunali o delle strutture private convenzionate o sovvenzionate dal settore pubblico, mentre sono esclusi dalla rilevazione gli utenti del privato tout court, che dovrebbero, invece, concorrere all’obiettivo indicato dal Consiglio europeo del 2000 (33% entro il 2010). A tale riguardo, l’indagine “Aspetti della vita quotidiana” svolta dall’Istat – riferita al 2010 – e citata all’interno della prima indagine Istat da noi utilizzata, rileva che il 16,3% del totale dei bambini tra zero e due anni frequenta un asilo nido (pubblico o privato)


Se invece consideriamo i dati relativi alle scuole materne (o scuole dell’infanzia) dedicate ai bambini tra i 3 e i 5 anni (la differenza di utenza rende il calcolo “complessivo”, proposto da Fassino, sbagliato da un punto di vista logico), notiamo che gli iscritti per il periodo 2010/2011 rappresentano la quasi totalità dei bambini residenti in Italia nel 2011.


E’ quindi evidente che Fassino intendesse parlare dei soli asili nidi ed è altrettanto evidente che la media da lui citata (11%) non corrisponde che ad una parte della realtà rilevata dell’Istat, che esclude i “nidi famiglia”. Fassino parte con un “Nì”.


Nella seconda parte della dichiarazione, assumiamo che con “noi”, il sindaco di Torino si riferisca o alla Regione Piemonte o alla città di Torino e, alla luce della considerazione iniziale, analizziamo i soli asili nidi dove Fassino ritiene di fare meglio dello Stato.


Se parliamo di Regione Piemonte, la sbandata sarebbe notevole, poichè la quota di bambini che si avvale di un servizio socio educativo pubblico è poco al di sopra della media nazionale (15,4 – si vedano le tavole, 1 e 1.6, “Presa in carico degli utenti”). 


Riteniamo, comunque, decisamente più probabile che Fassino faccia riferimento al solo comune di Torino. Purtroppo non siamo riusciti a trovare dati  ufficiali sul tema, ma abbiamo comunque proceduto a verificare l’analisi attraverso un calcolo indiretto che ci ha fornito un’indicazione di massima circa la veridicità della dichiarazione del sindaco. Ci teniamo, tuttavia, a precisare che alla luce dei dati a disposizione, questo calcolo potrebbe non rispecchiare la realtà fattuale, e invitiamo i nostri lettori a fornirci dati più precisi, laddove ne fossero a conoscenza.


In ogni caso, secondo l’Istat, nel 2011 la fascia di popolazione 0-2 anni nel comune di Torino ammonta a 24.438, mentre i posti disponibili presso asili nido comunali e privati – stando a quanto elaborato da Cittadinanzattiva relativamente al 2012 – risultano pari a 4.581; se la matematica continua a non essere un’opinione la media è pari al 19% (il dossier è consultabile solamente previa richiesta attraverso questo modulo). Più alta della media nazionale – su questo siamo d’accordo – ma pur sempre inferiore a quella citata dal sindaco piemontese.  


 


Pur sottolineando ancora una volta la mera valenza esemplificativa di questo calcolo, assegniamo quindi a Fassino un “Nì” per la confusione sui dati nazionali tra asili nidi e scuole materne, e per quella che sembra essere una scarsa precisione sui dati comunali e regionali – seppure sia riscontrabile  che la città di Torino e la Regione Piemonte fanno mediamente meglio del territorio nazionale.


P.S.: per scrupolo abbiamo calcolato anche la percentuale riferita alle scuole materne, i cui dati sono disponibili solo a livello provinciale. Come nel caso nazionale, la percentuale si assesta al di sopra del 95%. Questo conferma ulteriormente che Fassino fa confusione sulla popolazione di riferimento, quando mette insieme asili nidi e scuole materne.